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Covid, lo studio danese sul mix di vaccini: "Efficace all'88%". Ma è contro la variante Alfa

Carlo Solimene
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La vaccinazione eterologa protegge grosso modo quanto un doppio vaccino a mRna. È l’esito di una ricerca effettuata dal Dipartimento di epidemiologia e prevenzione delle malattie infettive dello Statens Serum Istitut, in Danimarca. Uno studio che assume un’importanza particolare per essere il primo in assoluto così approfondito sul «mix» di sieri (Astrazeneca come prima dose, Pfizer o Moderna come richiamo) ma che al tempo stesso conferma come il Covid sia un avversario sfuggente e troppo veloce per la scienza. Nell’introduzione, infatti, si spiega come nelle settimane di raccolta dei dati fosse grandemente prevalente in Danimarca la variante «Alfa». Situazione oggi completamente ribaltata, visto che la «Delta» ha di fatto soppiantato, almeno in Europa, tutti gli altri ceppi del virus. Rimettendo in discussione l’effettiva efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione o le ospedalizzazioni.

 

 

Come che sia lo studio danese valuta nell’88% di protezione la protezione fornita dalla vaccinazione eterologa nel prevenire il contagio, mentre non si esprime sulla capacità di contrastare ospedalizzazioni e decessi perché è stato troppo breve il periodo preso in esame. Periodo nel quale, segnatamente, non ci sono stati né ricoveri d’urgenza né morti tra chi aveva ricevuto il «mix» di dosi.

 

 

Intanto in tema di vaccini l’Italia ha superato la quota del 60% di immunizzazioni complete sulla popolazione oggetto della campagna (gli over 12). Le Regioni come il Piemonte stanno cercando di accelerare la vaccinazione della popolazione in età scolastica immaginando degli open day proprio per la popolazione tra i 12 e i 19 anni. Resta aperto il dibattito sulla necessità di una terza dose per la popolazione fragile. Al momento il governo non la prevede prima di un anno dalla seconda.

 

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