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Vaccino, gettoni d'oro per i medici negli hub. Solo le briciole a quelli di base

Antonio Sbraga
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Continuano a volare i camici bianchi nella campagna vaccinale per il diverso arruolamento dei medici e le conseguenti disparità di trattamento nelle remunerazioni. Se ne contano almeno 5 diverse, infatti, nel menù à la carte che va da un minimo di 6 ad un massimo di 80 euro. Ma due tariffe sono però calcolate per singola inoculazione (6,16 euro per ogni iniezione ai medici di famiglia e 12 euro ai farmacisti) e altre 3, invece, a gettoni: dal «compenso orario omnicomprensivo» di 40 euro per neolaureati e specializzandi ai 60 euro per le prestazioni aggiuntive rese dai medici ospedalieri o delle Asl in regime libero-professionale fuori dall’orario di lavoro, fino agli 80 per i camici bianchi in pensione riarruolati. Da mesi i principali sindacati dei medici di famiglia sparano contro la «hubbite», cioè il processo di moltiplicazione degli hub nella Regione Lazio, come denunciato dalla Fimmg, che a più riprese ha chiesto «quanto costi in termini di denaro pubblico e di personale mantenere un siffatto sistema di vaccinazione». Contro cui si è sempre schierato anche lo Smi: «Vogliamo vedere chi lavorerà negli hub vaccinali? Forse solo i medici del bando Arcuri a 60 euro per inoculazione?».

 

 

 

In principio, infatti, la somministrazione delle dosi era stata impostata ricorrendo proprio alla «somministrazione di lavoro» di medici ed infermieri delle agenzie interinali. Il bando dell’allora commissario straordinario per l’emergenza-Covid, Domenico Arcuri, reclutò nel dicembre scorso tremila medici e 12mila infermieri per tutta Italia. Con un «costo mensile pro capite comprensivo di oneri riflessi calcolato su 13 mensilità di 6.538 euro per il profilo professionale medico e 3.077 per quello di infermiere». Ma quelli “noleggiati” per il Lazio non sono bastati. Così le varie Asl hanno iniziato ad ingaggiare anche i propri medici fuori dall’ordinario orario di lavoro, in regime di attività aggiuntiva libero-professionale con gettoni orari da 60 euro. Nell’Asl Roma 5, ad esempio, da subito «la carenza di personale medico vaccinatore reclutato per la campagna vaccinale» si è rivelata «non sufficiente a coprire i turni presso tutte le sedi vaccinali aziendali che necessitano, per il corretto svolgimento delle attività, di circa 55 medici al giorno». A fronte «di un monte ore pari a 807 di medici vaccinatori arruolati con manifestazione di interessi del Bando Arcuri».

 

 

Così ci sono medici ospedalieri che hanno finito anche per raddoppiare i propri stipendi: un camice bianco è arrivato ad accumulare 86 ore di prestazioni aggiuntive nel maggio scorso e 96 a giugno per un compenso lordo extra complessivo di 10 mila e 920 euro. Ma il picco si raggiunge con i medici in pensione, che hanno gettoni «da 80 euro l’ora». Sempre nell’Asl Roma 5 c’è un anestesista siciliano ingaggiato «per 38 ore a settimana fino al perdurare dello stato di emergenza epidemiologica da Covid, fissato alla data del 31/12/2021». L’anestesista è stato richiamato in servizio per fare la «formazione e l'addestramento sul campo in biocontenimento», con un costo mensile di 12mila e 160 euro, però è stato anche inviato come capo-vaccinatori per l’apertura dell’Hub di Monterotondo, inaugurato il 24 giugno scorso. E così i medici di famiglia ancora non digeriscono le condizioni riconosciute loro dalla Regione: se l’ambulatorio vaccinerà «almeno il 60%» della quota dei propri assistiti percepirà un «contributo straordinario per la funzione connessa di 1,50 euro per ogni vaccinato», fino a salire a «2 euro tra il 60% e l’80% e di 2,50 euro oltre l’80%».

 

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