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Green pass, la beffa del tampone scontato: l'aiuto di Mario Draghi è ridicolo

Dario Martini
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Milioni di italiani non faranno in tempo a vaccinarsi entro il 6 agosto, quando diventerà obbligatorio il green pass per essere completamente liberi di avere una vita sociale. L’unico modo per mangiare una pizza (al chiuso) o andare in palestra sarà fare un tampone. E, quindi, sobbarcarsi il relativo costo. Il governo ha assicurato che questa imposizione non peserà sulle tasche degli italiani. Come? Con l’istituzione di un fondo ad hoc di 45 milioni di euro per coprire le spese dei test antigenici rapidi. I prezzi - si legge nel decreto sull’utilizzo del certificato verde approvato pochi giorni fa - saranno «contenuti». Siamo sicuri che questi soldi siano sufficienti? Se facciamo due semplici conti ci accorgiamo che, molto probabilmente, i fondi messi in campo si riveleranno una goccia nel mare. Nelle ultime settimane, infatti, i test effettuati in Italia sono circa 260mila al giorno. Non tutti, ovviamente, sono fatti privatamente. Nelle prossime settimane, però, c’è da scommettere che chi vorrà fare il tampone sceglierà di ridurre il più possibile i tempi. Quindi, si rivolgerà a un privato. Perché avrà l’esigenza di avere il risultato in tempi strettissimi, dal momento che il green pass richiede un test negativo nelle ultime 48 ore.

 

 

Ai fini dei nostri calcoli, bisogna ricordare che i 45 milioni stanziati da Draghi serviranno ad abbassare il costo dei tamponi fino al 30 settembre. Quindi, dal momento che il green pass obbligatorio entrerà in vigore il 6 agosto, il periodo di riferimento è di 56 giorni. Ora, volendosi tenere prudenti, è lecito ipotizzare che per il resto dell’estate il numero dei test anti-Covid resti alto, attorno ai 200mila al giorno. Significa che, fino al 30 settembre, saranno effettuati circa 11 milioni di tamponi. Lo sconto sul prezzo garantito dal governo, grazie ai 45 milioni di euro stanziati, si aggirerebbe così attorno ai 4 euro a test. Non si tratta di un gran regalo, visto che per fare un tampone si spendono almeno 20 euro. Eppure, nel decreto sul green pass, si legge che il commissario all’emergenza Figliuolo, di concerto col ministero della Sanità, «definirà un protocollo d’intesa con le farmacie e le altre strutture sanitarie per assicurare prezzi contenuti». Secondo il governo, questa riduzione dei costi contribuirà a convincere sempre più giovani, soprattutto gli adolescenti, a farsi il tampone.

 

 

Gli stessi ragazzi che il commissario Figliuolo vuole immunizzare nel più breve tempo possibile. Perché - ha ricordato ieri il generale - solo questa sarà la condizione per essere sicuri di un rientro a scuola in presenza. I giorni a disposizione per sottoscrivere il protocollo sui tamponi e renderlo esecutivo non sono molti. Appena tredici. Le farmacie, tra l’altro, sono sul piede di guerra anche per altri motivi. «Ormai stampiamo green pass all’impazzata. Alcune persone vengono con tessere sanitarie di tutta la famiglia e chiedono anche più copie. Ci siamo ridotti a copisterie, pur non essendolo», denuncia Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma, che aggiunge: «C’è un grosso problema. Un conto è stampare 10 green pass al giorno, un altro sono 100/120. Siamo arrivati a stampare green pass per intere famiglie. Tutto questo ha un costo sia in termini economici sia di tempo che viene sottratto a persone che stanno male e sono in fila per prendere medicine o magari per l’ossigeno».

 

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