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Rivolta per gli euro-deliri di Caressa. Colleghi, tifosi e politici: fermatelo! Le perle della telecronaca di Italia-Austria

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C'è Paolo Bargiggia caposquadra dei giornalisti sportivi che gli hanno dato addosso dal primo minuto ieri sera. Ma in generale è da ieri che divide i social. Chi lo esalta e dice di avere sentito brividi per l'urlo dopo il gol di Chiesa "Chiesa, Chiesaaa, Chiesaaaaaa!!! La Chiesa al centro del villaggio", chi lo critica per la telecronaca partigiana e avere abbracciato Beppe Bergomi, al commento tecnico,  esultando dopo che il Var aveva annullato il gol dell'Austria agli ottavi di finale degli Europei di calcio, partita vinta dagli azzurri per 2-1 ai tempi supplementari.

 

E c'è chi gli dà addosso per gli svarioni in diretta come "Il gatto Belotti", al posto di "gallo" che è il suo vero soprannome. O per non avere mai pronunciato giusto il nome del portiere austriaco che ha chiamato spesso "Batman" e talvolta "Pacman".

 

Ha confuso Ciro Immobile con Lorenzo Insigne più di una volta. Ha paragonato il tiro all'incrocio di Immobile alla "Maledetta" di Andrea Pirlo che nulla aveva a che vedere con quello. Ha visto Hinteregger in ogni parte del campo, manco fosse un incubo: "Lancio di Hinteregger, perfetto, ed ecco il colpo di testa di Hinteregger!". Ha invocato Marco Verratti dimenticandosi che era stato sostituito da mezz'ora. Ma alla fine ha urlato al momento giusto, e sembrava che l'Italia che andava a Monaco per un semplice quarto di finale fosse quella del 2006 che andava a giocarsi a Berlino il campionato del mondo...

 

"Caressa che esulta come un ultras per il fuorigioco su gol di Arnautovic mi fa vergognare di essere giornalista iscritto all'Ordine", tuona Bargiggia, ex Mediaset ora a SportItalia. L'epica caressiana provoca il giudizio agrodolce di Paolo Ziliani, veterano delle pagelle tv, che affonda così: "Finora i peggiori in campo Immobile, che sbaglia tutto, e Caressa, che sbaglia tutti i nomi dei calciatori. Per il resto ottima telecronaca". 

Nella foga del telecronista alla ricerca ossessiva di immagini evocative, in tv si sentono robe che fanno alzare il sopracciglio anche ai politici. "Gioca una partita di lotta e di governo? Ma che sta dicendo?" sbotta Claudio Borghi della Lega. Pure Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della famiglia e sfegatato tifoso della Juve interviene, facendo un grosso calderone europeo: "Son certo che i commentatori televisivi, gli agitatori Lgbt, i dirigenti del calcio, i Caressa, gli articolisti della Gazzetta e tutti i democraticissimi giornalisti inviati in loco chiederanno tra un anno a gran voce la colorazione arcobaleno degli stadi del mondiale in Qatar". Intanto cresce l'attesa per la prossima "introduzione" retorica per la gara dell'Italia ai quarti di finale. 

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