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L'Aria Che Tira, Daniela Santanché contro Alessandra Moretti: così la sinistra nasconde l'emergenza migranti

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Arnaldo Magro
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A “L'Aria che tira” uno scontro animato verte sui migranti e vede coinvolte quattro donne. Tre di sinistra, una sola di destra. Neanche le parole di un totem europeista come il premier Mario Draghi sulla solitudine dell’Italia nella ripartizione dei clandestini, riescono a smuovere le coscienze sinistre, sul fatto che qualcosa non funzioni. Alessandra Moretti la butta invece sul solito:”vediamo chi avrà il coraggio di sparare sui barconi dei migranti”. Andrebbe con frequenza maggiore ricordato che le uniche navi speronate, siano state registrate sotto il governo Prodi.

La scrittrice Boralevi in lode a Draghi, parla dell’immigrazione come di una ricchezza del Paese. Nessuna differenziazione viene fatta tra immigrazione regolare ed irregolare. L’unica ospite non di sinistra è Daniela Santanchè. L’unica a parlare di un razzismo inverso che ha “portato” alla morte di Saman, ad esempio. Un caso che la sinistra preferisce non trattare e cataloga come “femminicidio”. “Meglio non confrontarsi con una esasperazione del politicamente corretto, che nei fatti nuoce solo ai più deboli” dice Santanchè. Una forma ottusa e buonista della sinistra, che non ritiene opportuno imporre le proprie leggi ad una comunità, che ha scelto invece di perpetrare le proprie. Con buona pace della sinistra e di Alessandra Moretti, che in tivù che ripropone il baluardo dello ius soli. Incapaci di ammettere che queste politiche di integrazione sono state fallimentari.
 

 

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