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Covid, ripartenza beffa per i ristoratori: Speranza toglie posti a tavola. Al chiuso sì, ma massimo in 4

Dario Martini
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Ripartenza con beffa per i ristoratori. Ieri erano tutti pronti ad allungare le tavolate. Qualcuno lo aveva già fatto all'ora di pranzo. La cancellazione del limite di cinque persone era una delle novità accolta con maggior soddisfazione dagli esercenti. Poi, però, nel pomeriggio è arrivata la doccia fredda del ministero della Salute: «Il limite delle quattro persone resta. Anche nelle zone bianche». Il dicastero presieduto da Roberto Speranza ha precisato che tale restrizione, ovviamente, non vale nel caso in cui attorno al tavolo siedano solo conviventi. La disciplina, insomma, non cambia, e «rimane quella stabilita nel dpcm del 2 marzo, richiamato nel decreto del 22 aprile, quello delle riaperture, e anche nella premessa delle linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali varate il 28 maggio». Come è nato, quindi, l'equivoco?

 

 

Per il fatto che nelle linee guida, con cui nei giorni scorsi si è autorizzata l'apertura di bar e ristoranti al chiuso e la sera, non viene fatto alcun riferimento esplicito al numero massimo di commensali. Mentre vengono spiegate nel dettaglio tutte le altre regole: il distanziamento, le mascherine obbligatorie quando ci si alza da tavola, i disinfettanti da usare per le mani, gli accorgimenti per il sistema di aerazione e l'apertura fortemente raccomandata delle finestre. La regola dei quattro commensali, in pratica, è scomparsa. Ma non per il ministero di Speranza, che per fare chiarezza ha aspettato il giorno stesso in cui le nuove norme dovevano entrare in vigore. A creare ulteriore incertezza, però, ieri sera è arrivata la presa di posizione del ministero per gli Affari regionali, per cui «il ministro Gelmini ha sentito il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, per risolvere positivamente e superare l'interpretazione sul limite massimo di 4 persone ai tavoli nei ristoranti. Tale limite si applica solo in zona gialla (art. 27 dpcm 2 marzo 2021)». Secondo l'interpretazione dell'ufficio legislativo, «questa restrizione sarebbe superata». Fonti del ministero fanno sapere che «sono in corso approfondimenti».

 

 

«Passano i mesi, ma non la confusione successiva ad ogni provvedimento - accusa la Fipe Confcommercio -. È inaccettabile che, nel giorno in cui finalmente bar e ristoranti possono riprendere a lavorare a regime, non ci sia ancora una linea chiara sul numero di commensali permessi ad ogni tavolo». Quella del ministero della Salute è «un'interpretazione giuridicamente incomprensibile. Se fosse confermata andrebbero spiegate le basi su cui si fonda una decisione così penalizzante, che comunque doveva essere resa pubblica giorni fa e non a tre ore dall'inizio del servizio serale. È una grave mancanza di rispetto nei confronti di centinaia di migliaia di imprenditori, costretti per l'ennesima volta a improvvisare. Confidiamo in un ripensamento». La Coldiretti prevede pesanti ripercussioni: «Con il limite dei quattro posti a sedere saltano le tradizionali tavolate estive, dalle feste di fine anno scolastico ai pranzi aziendali fino ai pranzi in riva al mare e alle cene serali tutti insieme in vacanza che sono una priorità per quasi un italiano su tre (30%) dopo le riaperture». Intanto, accelera ancora la campagna vaccinale. Il commissario Figliuolo conferma che giugno sarà il mese della «spallata». Ieri sono partite le somministrazioni anche ai maturandi. Inaugurando l'hub nella sede di Confindustria a Roma, il generale parla di 2.658 punti vaccinali ai quali se ne potranno aggiungere altri 800. «I numeri ci stanno dando ragione - spiega -, Abbiamo vaccinato il 91% degli over 80, il 71% degli over 60 e stiamo distribuendo in queste ore 3,4 milioni di dosi di Pfizer».

 

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