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Vaccino, il generale Figliuolo cambia idea ogni due giorni e se la prende con le vacanze degli italiani

Franco Bechis
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Secondo Francesco Paolo Figliuolo, super commissario all'emergenza sanitaria, gli italiani dovrebbero mettere al centro delle proprie vacanze la dose di vaccino che loro spetta. Il nostro generale comandante ieri è sbottato di fronte a chi pretendeva che il vaccino lo seguisse comodo comodo nei pressi delle spiagge o dei monti in cui andrà a godersi il meritato riposo. “È bene che chi va in vacanza regoli le proprie vacanze in funzione dell'appuntamento vaccinale”, ha tuonato il generale, continuando: “Per Astrazeneca si può fare con un intervallo tra 4 e 12 settimane tra prima e seconda dose, con i vaccini a mRNA si può fare a 42 giorni. Ritengo che potrebbe essere un non problema. Sono aperto a qualsiasi proposta che le Regioni vorranno farmi; ovviamente a tutto c'è un limite che è il pragmatismo, se facciamo voli pindarici e invenzioni, io non ci sto”. Eh, benedetto Figliuolo, è proprio lì il punto. Perché è facile dare disposizioni e tirare le orecchie, se però è lineare il comportamento anche dall'altra parte. Si metta nei panni di chi prenota il suo bel vaccino Pfizer e Moderna, e subito riceve appuntamento per la seconda dose per 21 giorni dopo come stabilivano le regole e come suggeriva il bugiardino del medicinale. Splendido. Preoccupato per eventuali reazioni avverse (mal di testa, febbre, astenia) ben descritte sulla seconda vaccinazione, si prende un paio di giorni di pausa e poi parte per una settimana di sospirata vacanza. Tutto come voleva il generale Figliuolo. Solo che poi arriva il Figliuolo generale e manda tutto all'aria, perché all'improvviso decide che la seconda dose del vaccino va fatta più tardi, per altro senza nemmeno citare studi scientifici e corpose sperimentazioni a sostegno. Però dice che si può fare fino al 42° giorno, e in quella Regione spostano tutto al 35° giorno, in quell'altra al 30°, nell'altra ancora al 42° per prendersi tutto il tempo che serve a chi è preoccupato di non avere i rifornimenti necessari, come purtroppo è accaduto anche in queste settimane. E le vacanze? Tutto scombinato.

 

 

Che non è un gioco da ragazzi, perché se il signor Bianchi che aveva la sua seconda dose fissata a fine maggio se la vede spostare a metà giugno quando aveva preso la sua settimana di vacanza, deve rinunciare al riposo forse senza poterlo spostare a un'altra settimana. Perché a chi comanda tutto magari non verrà in mente, ma il signor Bianchi lavora in un ufficio dove ci sono anche i signori Rossi, Verdi e chissà quanti altri che aspirano a fare le loro benedette vacanze. E devono mettersi d'accordo fra loro per tempo, altrimenti l'ufficio non va più avanti. Mica possono sapere quando le fanno che devono guardarsi le spalle dal Figliuolo di turno che una mattina si sveglia e decide di spostare più in là la data della seconda vaccinazione. Questo è quel che è appena successo. Ed è già un piccolo terremoto sulla vita degli italiani che magari meritavano un pizzico più di rispetto dopo un anno così. Ma siamo appena all'inizio dei movimenti tellurici. Perché il nostro bravo generale e il gruppo degli scienziati pazzi che stanno alle sue spalle un'altra mattina si svegliano dicendo: “Ma la seconda dose del vaccino si può fare ben dopo il 42° giorno. Anzi, sembra che sia meglio farlo dopo 12 settimane...”. Vi rendete conto della vita del signor Bianchi che ha appena dovuto fare saltare le sue sospirate vacanze, ha fatto i salti mortali per spostarle mettendosi d'accordo con i colleghi di ufficio, ed ecco lì il dispetto: la seconda dose è spostata proprio lì, al centro della nuova settimana di vacanze combinata con tanta fatica. 

 

 

Ora questo ventilato secondo slittamento del richiamo vaccinale è lo specchio più evidente di una classe dirigente che si muove secondo il primo refolo di vento che coglie e non è in grado di programmare seriamente nulla come un Paese serio dovrebbe invece fare. Esiste - è vero - uno studio fatto su una platea di ultraottantenne che dimostrerebbe una produzione notevole di anticorpi dopo la prima vaccinazione Pfizer o Moderna a 12 settimane di distanza. Quello studio però è in fase “pre-print”, cioè manco pubblicato su una rivista scientifica. Solo in Italia si è preso a riferimento ipotizzando a livello governativo lo spostamento (appena avvenuto a 42 giorni) a quella data della seconda vaccinazione. La prossima volta si prenderanno decisioni basandosi sulla semplice voce di uno studio senza manco saperne i contenuti completi? Allora è evidente che se il governo e il suo commissario straordinario procedono così a tentoni svegliandosi ogni giorno con una nuova suggestione, il minimo dovuto è allestire hub vaccinali a disposizione di chiunque nei luoghi di vacanza. Altrimenti se viene un'altra bella pensata come quelle di questi giorni, consiglierei a chi la partorisce di tenerla rigorosamente per sé. Smettendo di trattare come cavie gli italiani.

 

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