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Forza Silvio: Berlusconi è ricoverato ma non rischia

Pietro De Leo
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C'è un momento in cui la dimensione umana della politica straborda e dilaga travolgendo la tenzone quotidiana, oscura lo scandirsi dell'agenda fatta di provvedimenti, botte e risposta tra leader, sondaggi, bilancini sulle amministrative. È l'attimo in cui tutti gli occhi d'Italia, virtualmente, convergono sul San Raffaele di Milano, nell'attesa d'un refolo, un particolare, un dettaglio sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi. È l'attimo in cui 28 anni di impegno politico si riassorbono in quel profilo che ha lui, di un protagonista che ha saputo innescare un dialogo sentimentale, nel bene e nel male, con il popolo, e fa battere i cuori anche di preoccupazione. «Come sta Silvio?», quindi è il nuovo refrain nazional popolare, dopo la notizia dell'ennesimo ricovero, poco distante dall'altro, lunghissimo 24 giorni, da cui era stato dimesso il primo maggio. E i flash di Dagospia che lo danno in campo per la sua battaglia più dura, quella per la vita evidentemente, e certe notizie trapelate di un arrivo in ospedale all'alba, qualche giorno fa, sorretto dalle guardie del corpo per entrare nel nosocomio. E vuoi il Covid, e l'età, e i pensieri brutti che scattavano in automatico.

 

 

Ieri, però, qualche schiarita si è cominciata a percepire. Identificandosi in un'infiammazione, probabilmente intestinale, forse onda lunga del Covid. Il professor Alberto Zangrillo, primario della struttura che lo segue da anni passo passo, lenisce le ansie con un tweet allusivo: «ogni giornata di lavoro al San Raffaele è molto impegnativa. Tutti i miei pazienti stanno bene. Fatevene una ragione». Licia Ronzulli, senatrice e collaboratrice del leader, osserva che «non è tempo di coccodrilli». E poi, parlando con l'Adnkronos, spiega: «il Presidente Berlusconi ha un'infiammazione per cui si era reso necessario il ricovero, ora è in via di guarigione», aggiungendo che tuttavia ha «ancora un po' di febbre». Gianni Letta, da sempre consigliere dell'ex Presidente del Consiglio, mette in vivavoce con l'Ansa una telefonata direttamente con il fondatore di Forza Italia, per poi sottolineare: «sta bene». Così Antonio Tajani, che del partito azzurro è vicepresidente, spiega di averci parlato e di avergli inoltrato gli auguri di tutto il movimento. Salvini anche, reduce dal "non luogo a procedere" di Catania, rivela di aver avuto con lui un colloquio telefonico e che sta «non benissimo ma ne uscirà, ovviamente, da guerriero qual è». E si accampa qualche ipotesi di dimissioni dalla struttura, c'è chi ipotizza già oggi ma in ogni caso nel giro di qualche giorno.

 

 

Ed in questo modo si riaccende, e si arricchisce, l'epica del "corpo del capo", tra i tweet e i post di Facebook che si uniscono, a parte qualche rara eruzione di stupidità, nel fare il tifo per buttare tutto alle spalle, anche stavolta. E danno la misura di una leadership che parla alla collettività con la carnalità del fisico, oggi come tante volte è accaduto in passato. Quando la sfida della sorte che si è spinta al limite, accresceva l'impatto popolare di un leader da cui tutti, sempre, si sono attesi invincibilità. Accadde, nel 2006, quando un malore lo colse durante un meeting a Montecatini, in diretta Tv. Era leader dell'opposizione, a quel tempo, reduce da una sconfitta di misura contro il centrosinistra pochi mesi prima. Mentre parlava dal palco cominciò a farsi flebile e debole, prima di essere portato via dalle guardie del corpo che lo sollevarono per le spalle e le gambe. Così accadde nel 2009, poco prima di Natale, a Milano quando un folle gli scagliò contro un modellino di ferro del Duomo, e le telecamere indugiarono sul suo volto insanguinato. E poi ancora l'attacco cardiaco del 2016, all'indomani di alcuni appuntamenti elettorali, ricoveri di varia natura e acciacchi di ordinaria amministrazione. Fino alla lotta con il Covid, a settembre scorso, con lui quasi a vantarsi superata la nottata di aver affrontato una carica virale altissima. Il percorso di storia politica italiana degli ultimi decenni è tempestato di puntine con le traversie del corpo di Berlusconi. Ogni volta in braccio di ferro con la sorte, ogni volta a solleticare l'emotività collettiva, tra ansie, paure e sollievi. In fondo è che fanno da sempre, per fato o volontà, tutte le pop star.

 

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