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Palestre e piscine in crisi per il Covid. Appello per riaprire i centri sportivi

Francesca Schito
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"Noi protestiamo perché non ce la facciamo più, riteniamo che sia scientificamente ingiusto tenere chiuse palestre e piscine coperte, e che si debba aprire già a maggio perché questa situazione è insostenibile". Torna ad alzarsi prepotente l'urlo di palestre, piscine e circoli sportivi. Giampaolo Duregon, presidente di Anif (Associazione Nazionale Impianti Sport & Fitness), delinea il quadro di una realtà ormai prossima al collasso e chiede a gran voce una riapertura anticipata almeno al mese di maggio e non, come da ultimi provvedimenti, al primo giugno (15 maggio per le piscine scoperte): "Si è deciso di riaprire le piscine scoperte il 15 maggio, ma di fatto stiamo parlando solamente di quelle collocate in prossimità del mare, perché in città non ne esistono di scoperte in questo periodo dell'anno: è un provvedimento che non cambia nulla a tutto il mondo dei corsi di nuoto e simili. Con il mese di maggio arriveremo a dieci mesi di chiusura completa: i sette attuali e i tre dello scorso anno. Stimiamo un mancato flusso economico di circa dieci miliardi di euro: i 100.000 circoli di Anif avevano un flusso pari a dodici miliardi nel 2019. Al primo giugno, includendo anche i cinque mesi di apertura parziale, rischiamo una perdita di flusso economico di dodici miliardi e mezzo".

 

 

Un'emorragia che porta inevitabilmente anche alle chiusure: "Ci aspettiamo uno stop definitivo del 10% dei circoli italiani e una perdita di lavoro che può salire fino al 15% degli addetti. Tutto questo avviene senza una ragione scientifica valida: la presenza del Covid tra i frequentatori dei circoli rimane al di sotto dell'1 per mille. Si è deciso di riaprire le scuole di tutti i livelli, superiori comprese, e posti controllatissimi, con protocolli rigidi come i circoli, rimangono chiusi. Inoltre, far riaprire palestre e piscine al chiuso nel mese di giugno, quando inizia il calo, è inutile".

 

 

L'altro tema rovente è quello dei sostegni, sul quale Anif continua a battersi: "Domani (oggi, ndr) c'è l'inizio dell'iter del nuovo decreto di sostegno e stiamo addosso a quello per cercare di avere qualcosa in più. Con l'ultimo provvedimento eravamo a cifre bassissime, all'incirca sui mille euro a centro sportivo, c'è chi non ha neanche voluto presentare la domanda. Stiamo chiedendo che il prossimo sostegno alzi questa percentuale fino al 20-30% del mancato flusso economico, quello sarebbe un sostegno". Più del supporto economico, però, l'urgenza riguarda le riaperture, e su quel fronte Duregon non ha dubbi: "Lavoriamo affinché si decidano ad aprirci prima. Stiamo subendo un danno infinito".

 

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