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"Ridicolizzato il nostro dolore". Distrutti i genitori della ragazza accusata da Grillo

Luigi Frasca
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La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Ciro Grillo risale al 16 luglio del 2019. Dopo una serata in discoteca quattro giovani, tra cui il figlio di Beppe Grillo, finiscono la giornata nella villa del comico e fondatore del M5S. Con loro due studentesse milanesi. Una sarebbe andata a dormire quasi subito. L'altra, invece, dopo aver bevuto alcol in quantità sarebbe stata stuprata dal gruppo, secondo quanto denunciato dalla presunta vittima. L'amica, in un appartamento affianco, non si sarebbe accorta di nulla. La denuncia da parte dell'allora 19enne italo-svedese è stata presentata in questura a Milano, al suo rientro dalla Sardegna. Sulla base del racconto della ragazza, la procura di Tempio Pausania ha raccolto elementi e avviato le indagini per far luce sulla vicenda. Il procuratore capo Gregorio Capasso e la sostituta Laura Bassani hanno nei mesi scorsi chiuso l'inchiesta e inviato agli indagati la relativa comunicazione.

 

 

Sono chiamati a rispondere di violenza sessuale di gruppo, oltre al ventenne Ciro Grillo, gli amici Edoardo Capin, Francesco Corsiglia e Vittorio Laura. I quattro, assistiti da un pool di avvocati genovesi, giovedì 15 aprile sono stati sentiti in procura a Tempio dal pm Capasso e dalla sostituta Bassani. Massimo riserbo sul loro interrogatorio da parte degli inquirenti. Anche i legali degli indagati si sono trincerati dietro un assoluto silenzio. Uno solo si è limitato a ribadire che gli accusati hanno confermato la loro versione nei fatti respingendo le accuse. In pratica - questa è la linea della difesa - non vi fu violenza perché i rapporti sessuali furono consenzienti. Una tesi sostenuta anche da Beppe Grillo ieri in un video in cui il comico e garante politico MSS difende il figlio.

 

 

Parole che non sono piaciute ai genitori della ragazza. «Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante», riferiscono in una nota diffusa dall'avvocato Giulia Bongiorno i genitori della giovane che ha denunciato per stupro il figlio di Beppe Grillo e altri tre coetanei. «Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l'angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell'inedito», concludono.

 

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