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Ristoranti, grido di allarme di Bianchini: "Sostegni ridicoli, non abbiamo una lira per le spese"

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“La nostra protesta sta diventando una necessità”. A lanciare l’ennesimo grido di allarme dopo la protesta dei ristoratori di ieri è Paolo Bianchini presidente MIO ITALIA (Movimento Imprese Ospitalità), che ha partecipato alla apertura dei ristoranti per protesta nonostante i divieti imposti dalla zona arancione e da quella rossa. “Siamo chiusi da mesi, stanno arrivando gli sfratti esecutivi sulle Pec, non abbiamo i soldi per pagare le bollette, non abbiamo avuto la proroga dei mutui e dei finaziamenti, che adesso ripartono dopo la scadenza delle moratorie. Tutto quello che era stato sospeso per l’emergenza Covid. Il punto è che i costi fissi continuano a correre nonostante i nostri locali siano chiusi” spiega Bianchini, che ha un ristorante nel viterbese.

 

 

“È il problema - aggiunge il presidente dell’associazione - che stiamo denunciando e sottoponendo al Governo, ad oggi non c’è risposta tranne lo scostamento di Bilancio votato a gennaio. Ma i sostegni sono ridicoli, si va dall’1,4% al 5% della perdita del fatturato 2019/20. Un’azienda che ha fatturato 1 milione di euro e ne ha persi 280mila, avrà 8mila euro di sostegni con il Decreto Sostegni. Questo bonifico transiterà sui conti correnti per 30 secondi, si pagheranno l’affitto, i fornitori, le bollette e daremo due soldi ai nostri dipendenti, poi saranno finiti. Siamo migliaia di imprenditori in Italia e non avremo una lira per campare, ditemi voi se questa è dignità dopo aver lavorato con fatica e sudore per 20 anni”. 

 

 

Infine Bianchini affonda il colpo su Roberto Speranza, ministro della Salute: “Lo Stato è lontano dalla realtà e ha mandato in guerra un generale che non ha fatto nemmeno il servizio militare. Speranza sta gestendo questa pandemia da generale in capo e non ha nemmeno fatto il militare. Stiamo così ad aspettare gli eventi, il piano vaccinale non progredisce, c’è confusione nella comunicazione. Abbiamo rispettato tutte le regole. I vaccinati - conclude - perché non hanno la libertà ad andare a mangiarsi una pizza con la moglie quando poi condividono il letto?”.

 

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