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AstraZeneca, "correlazione con le trombosi". Parla l'esperto: il verdetto Ema cruciale

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"Su AstraZeneca serve un chiarimento definitivo dell’Ema, così è un disastro" denuncia il virologo Fabrizio Pregliasco a Un Giorno da Pecora. "Anche con il vaccino Pfizer c’è stato qualche dato negativo ma sempre con numeri irrisori, non so perché si parli solo di AstraZeneca, che ha avuto una narrazione negativa fin dall'inizio". Mentre gli occhi sono puntati sul verdetto dell'Agenzia Europea per i medicinali (Ema ndr) che dovrebbe arrivare entro domani sera infuria la polemica sul vaccino anti-Covid per i casi di trombosi. I tecnici dell’Autorità europea del farmaco si riuniranno per decidere come stilare una “raccomandazione aggiornata”, la revisione è in corso. 

"La valutazione dell'Ema sul vaccino contro il Covid-19 di AstraZeneca è prevista per mercoledì" ha annunciato su Twitter la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides mentre il sottosegretario alla Salute in collegamento con SkyTg24 ha chiarito: "O si va avanti così, o si sospende o cosa più probabile sono le raccomandazioni per fascia di età anche se si tratta di una complicanza estremamente rara su soggetti giovani di sesso femminile. Non c'è necessità di uno stop generale". 

Ma intanto AstraZeneca è stato sospeso per tutti in Olanda, fino al 15 aprile in Norvegia e Danimarca, limitato agli over 60 in Germania e agli over 55 in Francia. E se fino alla scorsa settimana il parere era “non è provato il rapporto di causa-effetto tra i casi di trombosi e la vaccinazione”, le dichiarazioni rilasciate oggi al Messaggero dal responsabile della strategia sui vaccini di Ema Marco Cavaleri, ribalterebbero tutto: “È chiaro che c’è un’associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo”. E precisa: “I casi sono rari e il rapporto rischi-benefici è sempre a favore dei vaccini. Ma ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto fra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine”.

Ulteriori approfondimenti dunque farebbero ritenere che un nesso può esistere, anche se non è chiaro quale sia il meccanismo: per quanto i casi siano rari, bisognerà comprendere se sono riconducibili ad  AstraZeneca o al tipo di vaccino a vettore virale (come Johnson & Johnson al contrario di Pfizer e Moderna).

A chi non verrà più somministrato? I rari casi riguardano le donne sotto i 50 anni. “Anche se ci sono stati casi anche tra i 50 e i 60 - spiega Cavaleri - e ci sono anche uomini, circa il 20%. Età media attorno ai 45-47 anni. Sicuramente le informazioni del prodotto verranno aggiornate, chiarendo che gli eventi avversi sono legati al vaccino".

 

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