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Il sondaggio è una doccia fredda per Draghi: solo la metà degli italiani vuole il vaccino

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Come era facile prevedere la gestione del caso AstraZeneca ha avuto un effetto negativo sull'opinione pubblica e ha sollevato timori sul proseguimento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. A fotografare l'orientamento degli italiani è un sondaggio realizzato dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli tra martedì 16 marzo e giovedì 18, quindi nel pieno dell'affaire AstraZeneca e a cavallo del via libera definitivo dell'Ema dopo i casi sospetti di trombosi.

 

Lo stop precauzionale al vaccino da parte dell'Aifa divide gli italiani. Per il 39% si è trattato di una misura necessaria che rende meno certi della sicurezza dei vaccini, si legge sul Corriere della sera che riporta i risultati del sondaggio. Per il 38% la scelta "ha aumentato la consapevolezza che la campagna sia costantemente monitorata, mentre il 13% l'ha giudicata eccessiva ritenendo che i problemi fossero limitati e non tali da mettere in discussione l'efficacia del vaccino", spiega Pagnoncelli. 

 

Ma l'affaire ha un effetto preciso: rispetto alla scorsa settimana diminuisce di 5 punti la quota di coloro che dichiarano di volersi vaccinare non appena possibile. Parliamo del  52% degli intervistati. Poi ci sono quelli che non sono sicuri, i più cauti che vogliono aspettare prima di affidarsi totalmente e che passano dal 23% al 28% mentre sale dal 9% all'11% chi non vuole assolutamente vaccinarsi.

"Tra le tre opzioni, la propensione a farsi vaccinare il prima possibile prevale tra tutti i segmenti sociali, con una comprensibile maggiore accentuazione tra le persone meno giovani. Riguardo agli elettorati si registrano i picchi più elevati tra gli elettori del Pd e del centrosinistra (76%)" rispetto quelli di Forza Italia (59%), Movimento 5 Stelle (52%), Lega (49%) e di Fratelli d'Italia  (45%), spiega il sondaggista.

 

Il giudizio degli italiani sulla gestione della campagna vaccinale resta comunque severo. Il 53 per cento degli intervistati, in crescita di sette  punti rispetto alla analoga rilevazione di due settimane fa, dà una valutazione negativa. A dare un giudizio positivo è solo il 20 per cento del campione , percentuale in picchiata del 9 per cento. I più critici, emerge dal sondaggi, sono gli elettori di FdI (66%) e Lega (63%). Nel mirino delle critiche le dosi che non bastano, le responsabilità dell'Unione europea nell'approvvigionamento, ai governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi ma anche a RegioniAsl e cittadini irresponsabili. 

Il piano vaccini del generale Francesco Paolo Figliuolo prevede il raggiungimento dell'immunità di gregge entro l'estate solo il 36 per cento pensa che sarà vaccinato in tempo con le previsioni. 

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