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L'Aria Che Tira, l'appello del farmacologo Silvio Garattini per salvare il vaccino: "Draghi e Speranza con AstraZeneca"

Giada Oricchio
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Caso AstraZeneca: Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri fa una proposta a “L’Aria che Tira”, giovedì 18 marzo, su LA7: “Draghi e Speranza potrebbero vaccinarsi con AstraZeneca per far recuperare fiducia”.

L’illustre ricercatore Silvio Garattini, sollecitato dal conduttore de “L’Aria che Tira”, Francesco Magnani, ha avanzato una soluzione per uscire dall’empasse sullo stop al vaccino AstraZeneca: “Una strada spettacolare ma efficacia sarebbe che Draghi o il Ministro alla Salute, Speranza, si vaccinassero pubblicamente con AstraZenca. Sarebbe spettacolare ma servirebbe a ripristinare la fiducia in questo farmaco danneggiato da una pessima comunicazione. Un’altra via è ribadire che il vaccino è qualcosa di sicuro anche se con effetti collaterali che non vanno nascosti. E’ utile ammettere i propri errori come è stato il divieto per gli over 65, poi caduto, ma ricordo che se avessimo vaccinato, oggi non avremmo 100.000 morti. E’ importante far capire il rapporto benefici/rischi alla gente e i mass media devono essere più responsabili, spesso hanno cercato spettacolo più che informazione”.

AstraZeneca è il vaccino che costa meno di tutti (2,5 euro) e la percentuale dei suoi effetti collaterali è uguale a quella di altri vaccini di cui invece non si parla. Dunque, un complotto contro la big pharma anglo-svedese? La giornalista Maria Giovanna Maglie è lapidaria: “Io so che all’inizio l’Europa non ha preso in considerazione AstraZeneca, poi c’è stata la polemica con Boris Johnson, poi con l’India che lo produce, poi la decisione di non utilizzarlo oltre alcune fasce d’età, poi le difficoltà a produrlo in Italia e infine il gesto eclatante della Merkel. Le responsabilità sono strettamente politiche, anzi sono dell’intreccio politica-affari. Guai a noi se l’Ema mette paletti all’uso perché già così sarà difficile far riconquistare la fiducia nel farmaco. Lo stigma è all’origine e sarà quasi impossibile farlo superare e la cosa non è nata in buona fede”.

 

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