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Luca Attanasio, i funerali dell'ambasciatore ucciso in Congo a Limbiate: "Luca per sempre giovane"

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L'ultimo saluto a Luca Attanasio è stato baciato dal sole. Il centro sportivo di Limbiate, la cittadina brianzola dove è cresciuto, gli ha riservato un lungo applauso all'inizio e al termine dei funerali, celebrati dall'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. L'ambasciatore italiano, 43 anni, è stato ucciso lunedì scorso, vicino a Goma, nella Repubblica democratica del Congo, con il carabiniere Vittorio Iacovacci, 30enne di Sonnino (Latina) e l'autista Mustapha Milambo. "Luca è stato tradito, nel senso che chi ha organizzato" l'agguato "sapeva che la sicurezza non era nella misura adeguata per proteggere lui e le persone con lui", lo sfogo della moglie Zakia Seddiki dalle colonne del Corriere. Il Pam (Programma alimentare mondiale dell'Onu, ndr) "Non ha organizzato - ha aggiunto - la protezione in modo opportuno. Non hanno fatto quello che va fatto per una zona a rischio".

Il feretro di Attanasio è stato per tutta la cerimonia avvolto in un tricolore. Seduti nelle prime file, tra gli altri, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, e il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi. Presenti molti sindaci in fascia tricolore e diversi cittadini, oltre agli amici e ai familiari, tra cui la moglie e le tre figlie. Prima che il feretro venisse portato via, è stato suonato Il silenzio.

Delpini, nell'omelia, ha immaginato un dialogo tra Dio e Luca e ha offerto una serie di immagini. "Il Signore - ha detto l'arcivescovo - forse dirà: 'Perché ti volgi indietro, Luca, fratello mio?'. Luca forse risponderà", pensando alle "promesse fatte alla mia sposa e alle mie bambine, la mia missione che avrei dovuto compiere. Troppo breve la vita. E il Signore forse dirà: troppo breve è stata la tua vita. Non volgerti indietro, tu sarai giovane per sempre". E ancora: "Il Signore dirà: 'Da dove vieni, Luca, fratello?' E Luca risponderà: vengo da una terra dove si muore e non importa a nessuno, dove si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa. Il Signore forse dirà: 'Luca, scriverò il tuo nome nel libro della vita. Io ti benedico per ogni bicchiere d'acqua e pane condiviso'".

In un messaggio letto da un amico al termine delle esequie, toccante anche l'ultimo saluto dei genitori: "Caro figlio, siamo distrutti dal dolore ma dobbiamo essere forti per stare accanto a Zakia e alle 3 splendide nipotine". Ha trattenuto a stento le lacrime il sindaco di Limbiate, Antonio Romeo, intervenuto dal palco: "Eri orgoglioso di essere di Limbiate, qui sei cresciuto. Nella semplicità del tuo carattere, hai approfondito gli studi che ti hanno portato a fare il diplomatico. Con la tua umiltà dimostri che anche dalla periferia possono crescere i fiori più belli".

Il primo cittadino ha salutato Attanasio, ricordando anche l'ultimo messaggio vocale ricevuto, appena tre giorni prima della sua morte: "Continuo ad ascoltarlo, perché risuona la tua voce squillante. Tu sei così: l'eterno ragazzo che ha detto che fare l'ambasciatore significa non lasciare indietro nessuno. Sei testimone di un bene sconfinato". Infine, il ricordo di un amico storico dell'ambasciatore ucciso: "Ho sentito tante parole in questi giorni, tante descrizioni. Ti hanno dipinto come una persona magica, in realtà lo eri". "Noi - ha aggiunto - amavamo le tue imperfezioni, ci facevi ridere, eri un punto di riferimento per tutti noi, ci mancherai. Eri un costruttore di ponti, eri un angelo".

 

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