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Omicidio Formia, minorenne in stato di fermo. Ora si cercano i complici

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È nelle telecamere del Mc Donald’s di via Vitruvio e in quelle sull’intera strada che si cercano i volti degli altri ragazzini che ieri sera, intorno alle 19,30, hanno partecipato alla rissa in cui ha perso la vita Romeo Bondanese, morto all’ospedale Dono Svizzero dove era arrivato in condizioni disperate.

Accoltellato all’inguine, il 17enne di Formia, calciatore in una squadra locale, avrebbe discusso per futili motivi con un 16enne della provincia di Caserta, rintracciato poco dopo e sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Proprio lui, secondo gli investigatori, avrebbe impugnato la lama non ancora trovata: la stessa che avrebbe ferito anche un amico della vittima, sottoposto a un lungo intervento chirurgico per suturare una profonda lesione a una coscia e tuttora ricoverato con 60 giorni di prognosi. A Formia è stato proclamato lutto cittadino.

Il minorenne casertano, ferito anche lui a una mano, è stato poi accompagnato in un centro di accoglienza per minori. Camillo B., 17 anni di Casapulla sarebbe il giovane fermato dalla Polizia sospettato di aver accoltellato Romeo Bondanese. La Procura dei minori contesta al giovane il reato di omicidio. B., calciatore e studente di un istituto tecnico, è ora in stato di fermo. 

Una dinamica assurda, ricostruita grazie alla testimonianza di un agente di polizia e un agente della polizia penitenziaria che, casualmente, si trovavano in via Vitruvio liberi dal servizio. Tutto è avvenuto alle 19.30 circa quando la vittima ha iniziato a litigare con un altro giovane. Altri ragazzi si sono aggiunti a quella che era diventata una rissa durante la quale, il giovane poi fermato, ha estratto un coltellino di tipo svizzero iniziando a menare fendenti all’altezza delle gambe.

La vittima, invece, è stata attinta all’inguine mentre l’altro 17enne ad una coscia. Entrambi sono stati trasportati in ospedale a Formia dove però uno dei due è morto poco dopo. Il minorenne accoltellatore è stato fermato dai due agenti fuori servizio e riconosciuto perché aveva le mani imbrattate di sangue. 

«La notizia della morte di Romeo, un giovane di 17 anni, ha creato come prima reazione la considerazione che è troppo alto il prezzo della morte. La notizia ha creato sconcerto e orrore nella nostra comunità, un senso di impotenza di fronte ad una violenza che sempre più spesso esplode nel cuore delle nostre città». È quanto afferma l’arcivescovo di Gaeta, monsignor Luigi Vari, dopo l’omicidio del giovane 17enne a Formia. «Episodi di violenza tra ragazzi stanno avvenendo in tutta Italia - osserva l’arcivescovo - Non lasciamo sole le famiglie coinvolte in questo dramma. Siamo come spaesati al pensiero che alcuni di questi nostri ragazzi siano a volte irraggiungibili dalla vita e dalle proposte educative, ma la morte purtroppo li raggiunge».

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