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Vaia (Spallanzani): giusto potersi scegliere il vaccino, serve trasparenza

Carlo Solimene
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Il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia è stato l’ultimo membro del personale sanitario dell’ospedale romano a sottoporsi alla prima vaccinazione contro il coronavirus, ieri mattina. Tra tre settimane verrà il momento del richiamo.

Professor Vaia, innanzitutto come sta?
«Benissimo, nessun effetto collaterale».

Per questo si sente di rassicurare chi, in questi giorni, nutre dei timori?
«Noi dobbiamo fidarci della scienza. I vaccini sono stati testati e se il processo di approvazione è stato più rapido rispetto al passato è solo perché grazie agli investimenti e alle aspettative le tre fasi della sperimentazione sono state eseguite in contemporanea, ma nessun passaggio è stato saltato».

 

Gli «scettici» mettono nel mirino il funzionamento sostanzialmente inedito dei vaccini a «Rna messaggero». In tanti si chiedono cosa accade alla molecola nel nostro corpo.
«Viene eliminata in un intervallo di tempo piuttosto rapido, da poche ore a qualche giorno, attraverso espulsioni umorali. Anche questo è stato provato attraverso la sperimentazione».

È possibile escludere effetti collaterali nel lungo periodo?
«In un anno di test non si sono verificate reazioni avverse gravi. Ma la risposta più efficace sta nell’esperienza. Io mi sono vaccinato. Secondo lei lo avrei fatto se avessi avuto dubbi?».

Il vaccino ci salverà dal Coronavirus?
«Serve che si verifichino almeno altri tre fattori. In primis i comportamenti responsabili della cittadinanza. In secondo luogo, la capacità della politica di mettere in campo le azioni necessarie per arrestare l’epidemia. Infine, il dovere della scienza di dare risposte univoche e certe».

Qualche scienziato non si è attenuto a questo principio?
«Avere dubbi è legittimo. Anzi, è alla base della stessa ricerca scientifica. Ma forse qualcuno doveva capire che certe dichiarazioni, in questa fase, avrebbero potuto essere strumentalizzate dando troppa legna da bruciare agli scettici di professione. Tutti, prima di vaccinarci, volevamo vedere i risultati della sperimentazione. Ma una volta che questi sono arrivati, è giusto fidarsi della scienza. Altrimenti si torna al Medioevo».

Se in futuro saranno disponibili più prodotti contemporaneamente, secondo lei sarà giusto dare ai cittadini la possibilità di «scegliersi» il vaccino?
«Al momento c’è solo il prodotto della Pfizer, quindi non è una questione attuale. In futuro, però, non vedo perché no. Occorrerà sempre la massima trasparenza: comunicare con precisione il funzionamento e l’efficacia di ogni vaccino. A quel punto, a mio avviso, è giusto dare a ognuno la possibilità di optare per il siero che si preferisce».
 

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