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Svolta sullo scandalo Oms-Italia, Zambon ascoltato dai pm di Bergamo

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Qualcosa si muove sul giallo Oms-Italia. Il funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità di Venezia, Francesco Zambon, è stato sentito ieri pomeriggio dai pm di Bergamo che indagano sulla gestione del coronavirus nella provincia italiana più colpita. La notizia, anticipata dai canali social di Report, viene confermata all’AGI da fonti legali. In caso è quello del dossier di alcuni ricercatori veneti dell’Oms, coordinato da Francesco Zambon, molto critico sulla gestione della pandemia in Italia, pubblicato il 13 maggio e ritirato il giorno dopo. Intanto il direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, si difende dalle accuse che stanno facendo il giro del mondo e scarica tutte le responsabilità a Copenaghen, sede europea dell’Oms.

 

In un’intervista  all’AGI Guerra sostiene che quando il rapporto che evidenziava le falle italiane nella gestione del coronavirus in Italia "venne ritirato per decisione dell’ufficio di Copenhagen, io proposi di salvarlo proponendo che due colleghi dell’Istituto Superiore di Sanità si affiancassero ai colleghi di Venezia per correggere le imperfezioni e ripubblicare il Rapporto così migliorato nel giro di un paio di giorni". Versione che cozza con le email, svelate dalla trasmissione ’Report’, in cui - è l'accusa rivolta a Guerra - tra l'altro avrebbe costretto, dietro minaccia di licenziamento, il dipendente della sede di Venezia Zambon a cambiare la data del piano pandemico per farlo sembrare aggiornato al 2017.

 

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