Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mes, Regeni, pescatori, Oms... Paragone umilia il governo: italiani calpestati ovunque

Gianluigi Paragone
  • a
  • a
  • a

Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo...». Non la cantiamo mai la seconda strofa (in tutto sono sei) del nostro inno, ma questa settimana di profonde umiliazioni sarebbe bene ricordarsene le parole. 

E cominciare a pensare da popolo rinfacciando a un governo poco sovrano il tradimento e le umiliazioni che ci stanno facendo vivere.
Vado in ordine sparso partendo da un argomento molto popolare: il sequestro da parte del governo libico dei 18 pescatori di Mazara del Vallo avvenuto il primo settembre scorso e del quale non si capiscono gli sviluppi visto il temporeggiamento del nostro governo. Il premier Conte balbetta cose ma si guarda bene dal compiere gesti decisi (una nave militare turca è stata liberata pochi giorni fa); il ministro Di Maio invece ieri squittiva di calcio a Novantesimo Minuto, giusto per dimostrare che le sue acque territoriali (il conduttore Enrico Varriale è vicedirettore di Rai Sport in quota M5S e sgomita per prendere il posto di Auro Bulbarelli) le sa controllare molto bene.

Poi, sempre per rimanere il tema esteri, c’è la barbara uccisione di Giulio Regeni con tutta la sequela di bugie rifilataci dal governo egiziano. Una serie di misere bugie intrise di arroganza negoziale che solo un governo debole e succube riesce a digerire, nel più assoluto menefreghismo di una Unione Europea che dimostra una volta di più di non esistere come soggetto politico. Eppure, penso io, Regeni si sentiva più europeo che italiano; ma da Bruxelles non sono arrivati che silenzi e coperture a chi, come il governo francese, addirittura «premia» il capo di Stato Al-Sisi con la Legion d’onore (onorificenza che accomuna - e forse non imbarazza - Franceschini, Enrico Letta, D’Alema, Prodi, Veltroni...).

Calpesti e derisi lo siamo anche dall’Organizzazione mondiale della sanità per mano del suo direttore aggiunto Ranieri Guerra, il quale ha ammesso in una mail rivelata dalla trasmissione Report di agire come foglia di fico per coprire le irresponsabilità del governo italiano e del ministro Roberto Speranza. Guerra è l’unico dirigente dell’Oms che ha potuto essere ascoltato dalla procura di Bergamo che indaga per epidemia colposa e per falso, gli altri invece sono stati «schermati» obbligatoriamente da una presunta immunità diplomatica sollevata dall’Organizzazione della sanità. E chi sono questi altri? Guarda caso, i ricercatori di quel rapporto che svelava le gravissime inefficienze del governo italiano circa la primissima azione di contrasto al Covid (per difetto di un piano pandemico aggiornato) e la cui versione sarebbe importante nell’indagine della procura bergamasca. Ma l’Oms poche settimane fa ha scritto ai ministri Speranza e Di Maio sollevando questa immunità (su cui nessun ministro ha proferito parola, nemmeno il Guardasigilli Bonafede a cui evidentemente sta bene anche questa limitazione al diritto per i magistrati di conoscere pienamente i fatti); immunità eccepita dalla procura che si è rivolta al governo per conoscere la sua posizione ufficiale in merito.

Un’altra umiliazione l’abbiamo subita da Bruxelles, che ha ordinato al governo e al parlamento italiano di inginocchiarsi alla riforma del Mes, la cui linea di credito sarà richiesta da Conte o da chi verrà dopo di lui, quando la Bce smetterà di comportarsi come prestatore di ultima istanza.
Strettamente correlato al tema dei soldi europei è l’emorragia di task force in capo al premier Conte. Si tratta di un vizietto che Giuseppi si porta dietro dal primo lockdown, esploso poi con il luna park di Villa Pamphili e deflagrato infine con i super manager «gestori» dei progetti finanziati (?) coi soldi europei (??). Quest’ultima devoluzione però rischia di far saltare tutto e tutti, perché la doppia umiliazione parlamento/governo ha fatto salire il sangue alla testa a moltissimi, non solo a Renzi.

Chi pagherà il conto più salato saranno gli italiani, almeno fino a quando non torneranno a pensare da Popolo. A quel punto ogni arroganza, ogni derisione, tornerà indietro. E saranno dolori per chi ha pensato di umiliarci fino a costringerci alla disperazione.
 

Dai blog