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Non è l'Arena svela il bluff del piano pandemico. La virologa Gismondo: "Nessuna indicazione"

Giada Oricchio
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Si allarga il caso dell’obsoleto piano pandemico italiano scomparso dal sito dell’OMS. Nella puntata di “Non è l’Arena” di domenica 13 dicembre, la microbiologa Maria Rita Gismondo affonda sulla email inviata ai ricercatori di Venezia: “Imbarazzante” e il vice Ministro della Salute, Pierpaolo Sileri va su tutte le furie: “Vi spiego perché il piano è vecchio. Basta pressapochismo, esigo risposte. Il Segretario generale si deve dimettere”.

A “Non è l’Arena”, la trasmissione di approfondimento sull’attualità di LA7, Massimo Giletti è deciso ad andare fino in fondo sulla vicenda del piano pandemico non aggiornato costato la vita a una percentuale di italiani maggiore rispetto a quella prevedibile. “Esisteva o no un piano pandemico? – attacca Giletti - I protagonisti sono Ranieri Guerra, direttore vicario dell’OMS, Francesco Zambon che coordina i ricercatori dell’ufficio europeo dell’OMS a Venezia e che ha scritto il report in cui si “denunciava” che il programma del 2017 era un copia e incolla di quello del 2006 e che la reazione dell’Italia era stata improvvisata, creativa e caotica. Quel report viene pubblicato per 24 ore e poi sparisce. Chi lo ha cancellato? Il punto è che se il piano fosse stato aggiornato si sarebbero potuti evitare 60.000 morti”. Il giornalista sottolinea che, venerdì scorso, Zambon ha rilasciato un’intervista a “The Guardian” facendo scoppiare il caso Italia a livello internazionale in cui sostiene che probabilmente sarà licenziato per aver parlato e punge il Ministro Speranza: “Non risponde alle nostre domande nemmeno per email. Non risponde nemmeno l’ufficio stampa. Lo trovo scorretto e poco intelligente perché non deve rispondere a me, ma agli italiani!”.

Dopo aver rivisto la email (a firma Ranieri, nda) in cui si chiedeva di cambiare la data del piano pandemico da 2006 a 2016, la direttrice del laboratorio di Microbiologia del Polo Universitario “L. Sacco” di Milano, Maria Teresa Gismondo non ha alcuna esitazione: “Non giudico il Ministro Speranza né Ranieri Guerra, ma devono chiarire. Chiedo a entrambi di parlare con chiarezza. L’email è imbarazzante, imbarazzante. Ed è grottesco che un vicedirettore dell’OMS abbia certi atteggiamenti con chi prova a intervistarlo. Se noi eravamo pronti? Al Sacco, al primo sentore di quello che stava succedendo, ci siano precipitosamente riuniti e abbiamo provveduto, ma come nostra volontaria azione. E  invece si deve essere pronti al paziente zero. Ma non ci si deve riunire in emergenza bensì prima. Purtroppo, ogni provincia, ogni città, ogni ospedale ha una sua autonomia e se ci addentriamo scopriamo che si discute ancora del piano Antrace del 2002”.

Le fa eco il Viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: “La email è grave e il piano pandemico è sicuramente del 2006 perché è laconico e soprattutto privo dei riferimenti ai virus circolati in questi anni, non riporta l’aviaria, l’h1n1, la Sars, quindi non c’è dubbio che sia vecchio2. Ma Sileri si infuria su Giuseppe Ruocco che non risponde alle domande dei giornalisti: “Coordina tutto il Ministero, è il segretario generale e per me si deve dimettere perché era sempre assente al CTS. Quindi o c’è pressapochismo o non riescono a fare più cose insieme. E’ meglio che si dimetta avendo visto i verbali del CTS: è sempre assente. Io odio il pressapochismo. Io esigo una risposta: c’era o no questo piano? E’ vecchio o nuovo? E chi lo ha fatto? Non si sa mai chi comanda in Italia e così non si sa mai di chi è la colpa. Purtroppo arriveremo a 100.000 morti e saranno morti invano se non si sa di chi sono le responsabilità. Io pretendo delle risposte! Basta questo pressapochismo, lo combatterò finché non mi cacceranno a calci”.

Giletti prosegue e mostra una clip in cui ha provato a sentire i ricercatori dell’ufficio dell’OMS a Venezia che hanno firmato il report, ma nessuno ha voluto parlare e così dà voce all’avvocato di Zambon, Vittore d’Acquarone: “Il report è stato approvato da tutta la catena di controllo dell’OMS il 10 maggio scorso, il 14 è stato ritirato per correggere alcune imprecisioni sulla Cina, poi non è mai stato più ripubblicato. Non è arrivato il via libera a rimetterlo sul sito. Se è per le obiezioni contenute nella email di Ranieri Guerra, che non hanno trovato risoluzione, questo non lo so. Io so che l’obiezione fatta da Guerra è stata verificata dai ricercatori, ma si trattava di ripubblicare i medesimi contenuti e si sono rifiutati di modificare il loro lavoro”.

Massimo Giletti ha un nuovo asso nella manica: una lettera di Ranieri Guerra all’ex Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, risalente al 15 settembre 2017. Nella missiva si legge: “L’influenza pandemica non è teorica, ma ricorrente. Nel 2014 l’Oms ha aggiornato i piani, c’è necessità di predisporre un nuovo piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale”. Ma nulla accadde. E oggi, Pier Paolo Lunelli, ex Generale dell’Esercito Italiano, conferma: “Il piano pandemico di gennaio non ci metteva in grado di affrontare questa pandemia, è stato stilato con le indicazioni del 2005 e non è mai stato verificato nelle scorte. Doveva essere aggiornato da una sezione del Ministero della Salute. Nel 2014 si è ribadito che servivano piani pandemici aggiornati. Se è stata incapacità o sciatteria? Una delle due definizioni è esatta. Zambon ha fatto il massimo per salvare l’Italia nella sua intervista”.

In merito alla prima ondata di Covid-19 e alle scorte ospedaliere, la professoressa Gismondo ricorda con amarezza: “A marzo centellinavamo i presidi personali, a Bergamo alcuni colleghi usavano i sacchi della spazzatura al posto dei camici. Quel piano è veramente fermo al 2006”.

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