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Ilaria Capua, mazzata da Floris: ecco i veri tempi del vaccino. La terza ondata? Andiamo verso mesi terribili

Giada Oricchio
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A “DiMartedì”, l’approfondimento sull’attualità condotto da Giovanni Floris su LA7, la virologa Ilaria Capua fa il punto della situazione sul Coronavirus e sulle prime iniezioni di vaccino: “Efficace anche se il virus è un po’ cambiato rispetto ai mesi scorsi. E’ una pandemia e sarà una battaglia, ma poteva andarci molto peggio. La terza ondata? Ci sarà”.

Nella puntata di “DiMartedì”, in onda martedì 8 dicembre su LA7, la ricercatrice Ilaria Capua, in collegamento dagli Stati Uniti, fa da bussola nell’attuale pandemia da Corvid-19: “La curva in lieve discesa ci dice che siamo sulla via giusta, siamo su una fase di stabilizzazione, i dati ci confortano però il nostro obiettivo è tenere le persone fuori dagli ospedali. Non abbassiamo la guardia, dobbiamo arrivare ad avere zero pazienti Covid”.

 

Sulla prima inoculazione del vaccino alla 90enne Margaret Keenan in Irlanda del Nord: “Una campagna di vaccinazione non è solo inoculare il vaccino, è un gradissimo segnale di speranza per la ricerca e il futuro. Perché lì sì e qui no? A quel punto si arriva con una serie di negoziazioni con le aziende e con arruolamenti dei pazienti. Ricordiamoci: noi siamo in una maratona e non in una gara. Quella signora è la prima di tantissime persone che saranno vaccinate nel corso dei prossimi mesi. In Italia dobbiamo vaccinare innanzitutto medici, infermieri e persone fragili. Ricordate che il virus continuerà a circolare perché la curva è abbassata, non azzerata. Vaccinare 42 milioni di persone per raggiungere l’immunità di gregge? E’ un numero da tenere presente, diciamo che se riusciremo a proteggere le fasce a rischio prima dell’estate avremmo fatto tantissimo”.

 

Giovanni Foris le chiede se il Covid sia cambiato e dunque quanto possa essere utile il vaccino e la dr. Capua sgombra il campo da ogni perplessità: “E’ sempre lo stesso, un po’ si adatta, poverino… ha viaggiato.. ha avuto freddo, prima caldo… ma per quanto riguarda l’efficacia del vaccino non c’è alcun problema. I piccoli adattamenti del virus non cambiano l’efficacia del vaccino”. Adesso il grande timore è la terza ondata e la virologa: “Le pandemie fanno così, sono fenomeni trasformazionali, sono causate da uno spill over, l’ingresso di uno sciame virale all’interno di una popolazione vergine che via via si adatta in modo da arrestare la corsa dell’ospite. L’obiettivo del virus è continuare a correre, il vaccino in tempi così brevi è una gran vittoria della scienza. Diversamente dal passato, oggi possiamo condividere le informazioni in maniera immediata e abbiamo una tecnologia che non avevamo 10 anni fa, abbiamo messo il turbo per un vaccino sconosciuto fino a poco tempo fa, ma attenzione: non è la fine, è un rallentamento. E’ naturale che ci sarà la terza ondata, ma mi auguro che sarà attutita da quanto imparato e messo in pratica. Dicembre e gennaio saranno mesi terribili? Sì per tanti motivi. Negli Stati Uniti, Biden ha chiesto 100 giorni di mascherine a partire dal 20 gennaio, cioè da quando si insedia e nonostante il vaccino. Il vero obiettivo di ognuno di noi è tenere le persone fuori dagli ospedali. E’ il primo anno che facciamo insieme a questo virus e abbiamo visto che si comporta in maniera diversa a seconda di alcuni fattori anche di città in città. La seconda ondata non è colpa della riapertura delle scuole, inutile cercare il colpevole, è il Paese insieme che ce la fa. La rissa al Pincio? Questo virus ha una mortalità del 3,7%, significa che quei ragazzi porteranno il 3,7% delle persone con cui verranno a contatto a morire”.

 

Infine la ricercatrice Ilaria Capua ribadisce la cautela: “Di pandemia si sopravvive, ma il nemico c’è. Oggi abbiamo delle promiscuità sociali che 40 anni fa non c’erano, questo è il pericolo. I big data ci dicono che le donne sembrano essere meno inclini a sviluppare la forma grave (42,7% contro 53,3%) e che questa malattia non si discosta per niente dalle infezioni influenzali. Sarà una battaglia, ma dobbiamo essere consapevoli che poteva andarci molto, molto peggio”.

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