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Le Foche a Domenica In annuncia la svolta anti Covid con gli anticorpi monoclonali

Giada Oricchio
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Il professor Francesco Le Foche fa il punto della situazione sul Covid-19 nella puntata di "Domenica In", in onda il 29 novembre su RaiUno: "Il vaccino è fondamentale. A gennaio ne arrivano tre. Poi gli anticorpi monoclonali".

Il virologo Le Foche, in studio insieme a Mara Venier e Giovanna Botteri, lancia un messaggio ottimista sull'attuale situazione della pandemia da Covid-19: "C'è una stabilizzazione anche se i numeri sono ancora alti. Tuttavia si è ridotto il numero dei contagi, questo significa che le misure adottate insieme al comportamento civile ed etico dei cittadini ha dato i suoi risultati. Dobbiamo continuare su una linea seria e rigorosa. Ricordiamoci che un'altra persona viene tutelata grazie al comportamento di un'altra". E Mara Venier si lascia andare a una confessione: "A marzo, cambiammo tutta la scaletta di Domenica in, ma io mi mettevo a piangere durante la pubblicità, avevo paura!" e Le Foche: "Il lockdown di marzo e aprile è stato brutale, ma utile. Dopo abbiamo avuto un'estate in cui il virus sembrava sparito, ma abbiamo riaperto in modo incauto e ci sono stati tanti comportamenti non adeguati. Gli atteggiamenti sono fondamentali, dobbiamo essere prudenti e rispettosi della salute altrui". Il professore insiste sull'importanza del vaccino: "La scienza è tutto. Le vaccinazioni e gli anticorpi monoclonali sono utili in tantissime patologie, il nostro modo di fare scienza sta cambiando grazie alla biotecnologia. Credo molto nella scienza, ci fa sperare nel futuro".

Ma la domanda principale è quando si tornerà alla vita di prima e la giornalista Giovanna Botteri è lapidaria: "Con l'immunità di gregge e i vaccini". Per Le Foche: "Dovremmo arrivare all'immunita di gregge, cioè l'85%. Ci sono due autorità che devono occuparsi della sicurezza dei vaccini e sono sicuro che sono super partes. A gennaio arriveranno tre vaccini". La Botteri sottolinea: "Io lo farò dopo le persone a rischio", fa eco Le Foche: "Sì, prima i sanitari, poi gli anziani con patologie e le categorie più fragili. Infine la vaccinazione di massa. Due vaccini sono molto simili, differiscono per la temperatura. Sono frutto di una biotecnologia molto avanzata ed è grazie a essa se abbiamo ridotto i tempi per il vaccino. Dobbiamo avere fiducia nella scienza. E tra febbraio e marzo arriveranno gli anticorpi monoclonali. Uno studio inglese ha dimostrato che se la malattia viene trattata nei primi 10 giorni con gli anticorpi si riduce l'ospedalizzazione". 

Mara Venier fa notare che molti virologi sono scettici sul vaccino e Le Foche: "Se gli organi deputati alla sicurezza ritengono che siano validi, io mi atterrei alle loro indicazioni. La terapia attuale? Esiste quella domiciliare con i medici di famiglia che orientano il paziente. Certo, è vero, ci sono state delle carenze, ma ci siamo riorganizzati con la medicina territoriale. Ma mai il fai da te a casa". In collegamento telefonico c'è Ornella Vanoni che dà la notizia: "Sono negativa. Mi ha preso all'intestino e non ai polmoni, io avevo fatto il vaccino a settembre per la polmonite bilaterale. Mi comporto da bambina, ma non lo sono e mi ero vaccinata". 

 

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