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Siamo nello scenario di tipo 3. Boom di contagi e tracciamento in tilt, cosa c'è dietro le parole di Conte

Roma, primo giorno di mascherina obbligatoria (Foto F. Benvenuti - IL TEMPO)

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Attualmente, secondo lo studio del Cts in Italia "abbiamo uno scenario di tipo 3. Lo studio prevede possibilità di interruzione di alcune attività particolarmente a rischio, anche su base oraria, possibilità di lezioni scaglionate per la scuola, incremento dello smart working per decongestionare i trasporti. A tali misure si è attenuto il governo nell’adozione del Dpcm". Così il premier Giuseppe Conte, in Aula alla Camera per il question time. E allo "scenario di tipo 3 si è attenuto il governo, ma una volta elaborato il Dpcm nel primo pomeriggio di sabato scorso è stata inviata una bozza al Comitato tecnico scientifico sollecitando il parere degli esperti nel merito delle misure. Il Cts ha condiviso il provvedimento formulando alcune osservazioni che il governo ha sostanzialmente recepito", ha detto il presidente del Consiglio alla Camera.

Ma cos'è lo scenario 3? A definirlo è l'Istituto superiore di sanità e scatta con "valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5 (ovvero con stime dell’intervallo di confidenza al 95% di Rt comprese tra 1.25 e 1.5), ed in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie", scrive il Corriere che cita il dossier del ISS: "Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2 (che è identificato dall’Rt tra 1 e 1,25), mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri - area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio rilevato ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020".

 

"Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi e mitigare la diffusione della pandemia. Siamo pienamente consapevoli che si tratta di misure severe ma le riteniamo necessarie per contenere i contagi, diversamente la curva epidemiologica è destinata a sfuggire completamente di mano", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso del question time alla Camera, sottolineando come tutelando la salute pubblica c’è maggiore possibilità di preservare anche il tessuto economico del Paese. "Ridurre le occasioni di contagio in questo momento rappresenta l’unica possibilità che abbiamo da un lato per consentire la tenuta del sistema sanitario, dall’altro scongiurare un lockdown generalizzato che danneggerebbe in misura maggiore l’economia del Paese. In Italia - ha spiegato - nonostante le misure adottate la diffusione del contagio ha raggiunto un picco massimo di 21.994 casi ieri e si osserva un progressivo peggioramento dell’epidemia segnalato ormai da 12 settimane. Allo stato, l’epidemia in rapido peggioramento risulta compatibile a livello nazionale con lo scenario di tipo 3".

 

"Una volta elaborato il quadro delle nuove misure contenute nel Dpcm, il ministro della Salute ha inviato la bozza al Cts sollecitando un parere degli esperti. Il Cts lo stesso giorno, dopo ampia analisi condivide i provvedimenti formulando alcune limitate osservazioni che il governo ha recepito. Il quadro europeo relativo alla diffusione del Covid-19 è allarmante - ha evidenziato - molti paesi presentano un notevole incremento di casi positivi e in queste ore anche Francia e Germania sono state costrette a preannunciare severe misure restrittive".

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