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Dpcm, esplode la protesta: molotov e petardi a Napoli, Milano e Torino

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Lunedì di proteste in Italia contro il Dpcm con le restrizioni per la seconda ondata di Coronavirus. Dissenso a Torino con dimostrazioni in serata in piazza Castello dove ha sede il palazzo della Giunta Regionale e dove ci sono state tensioni con il lancio di fumogeni, bottiglie e petardi e l'intervento delle forze dell'ordine. E un ragazzo, un fotografo, è rimasto ferito alla testa proprio da una bottiglia lanciata da alcuni manifestanti nel capoluogo piemontese. A Torino sono stati almeno 5 i fermati, degli ultras,durante la protesta.

Massima allerta in tutte le piazze per il rischio di infiltrazioni nelle proteste come avvenuto nei giorni precedenti. Attenzione altissima da parte del Viminale sulle manifestazioni, con il ministero dell'Interno che ha monitorato la situazione nel timore di disordini.

A Napoli, dopo la tensione nelle manifestazioni dei giorni scorsi, in una Piazza del Plebiscito blindata, è andata in scena la mobilitazione contro il decreto del governo Conte e le ordinanze regionali. A protestare le categorie economiche più colpite dalle nuove limitazioni con le chiusure alle 18, come ristoranti e bar. In piazza nel cuore del capoluogo campano striscioni che recitavano 'Tu ci chiudi tu ci paghi', per chiedere aiuti contro la crisi acuita dal coprifuoco per motivi sanitari. I manifestanti hanno poi raggiunto la sede della Regione. Grande dispiegamento di forze dell'ordine. E slogan al grido di 'dimissioni'.

Mobilitazione di gestori di bar e ristoratori anche a Milano nel pomeriggio contro le nuove restrizioni del Dpcm per contenere il contagio del virus. Proteste sotto la sede della Regione Lombardia dove decine di manifestanti si sono trovati in presidio. La tensione si è alzata anche qui con fumogeni e forze dell'ordine in tenuta antisommossa.

Una delegazione aveva incontrato il prefetto di Milano nel pomeriggio.

"No tasse, più aiuti concreti", è una delle richieste scritte negli striscioni esposti nella città del Duomo dai commercianti che hanno manifestato sotto la sede della Città Metropolitana di Milano vicino alla Prefettura.

Le categorie economiche chiedono di rivedere le misure disposte per contenere l'ondata pandemica, in una protesta trasversale ai vari settori del pubblico e esercizio contro la chiusura dei locali dalle 18 e il coprifuoco. Fra i promotori della protesta Alfredo Zini, ristoratore, che dopo l'incontro col Prefetto di Milano ha dichiarato che è stato "un incontro costruttivo che ha evidenziato come i provvedimenti assunti siano penalizzanti per la categoria dei pubblici esercizi in generale in quanto tra la chiusura alle ore 18 e il coprifuoco alle 23 dell'ordinanza di Regione Lombardia ci saranno 5 ore dove si potrà acquistare e consumare nelle piazze, parchi e luoghi all'aperto. Emerge anche la necessità di dare contributi agli imprenditori non a pioggia, ma tenendo conto delle perdite di fatturato dei singoli, di una moratoria della legge Bersani e la sempre maggiore difficoltà dell'accesso al credito".

Nel documento consegnato al prefetto gli operatori economici meneghini chiedono anche la riduzione proporzionata del pagamento della contribuzione del costo del lavoro e di tasse e tributi locali, l'utilizzo di fondi regionali per il sostegno a micro imprese, il rifinanziamento dei bandi chiusi per esaurimento fondi e un maggior sforzo contro l'abusivismo, diventato "un male incurabile per il settore (Circoli privati, sagre, ristohome)".

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