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Oggi il webinar della eCampus con Di Paolo, autore di "Lontano dagli occhi"

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L’Università degli Studi eCampus ospita il Premio Viareggio Rèpaci 2020. L’appuntamento è per oggi alle 18.30 con il webinar  in compagnia dello scrittore Paolo Di Paolo che, intervistato dalla giornalista e scrittrice Marida Lombardo Pijola, parlerà del suo ultimo libro “LONTANO DAGLI OCCHI” (Feltrinelli Editore, 2019, pag. 192). 

Paolo Di Paolo dà quindi appuntamento sui canali Facebook e Youtube di Università eCampus a  tutto il suo pubblico per raccontare i personaggi del suo libro e per approfondire, attraverso domande e riflessioni, l’importanza delle radici, della nascita, della lontananzae della trasformazione che ci fa diventare noi stessi. Ed anche del potere che la letteratura ha di avvinarci a realtà diversamente inaccessibili.

Lontano dagli occhi è la narrazione di tre storie diverse, accomunate dalla stessa città - Roma- e dallo stesso destino: smettere di essere soltanto figli e diventare genitori. Madri. E, forse, anche padri. 

Siamo agli inizi degli anni Ottanta  e una nuova vita arriva inaspettata per Luciana, Cecilia e Valentina. Tre giovani donne destinate a diventare “ragazza madre”, diverse e lontane per estrazione sociale e condizione di vita, eppure accomunate dalla trasformazione cruciale del proprio corpo e della propria esistenza.

Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela.

Con Lontano dagli occhi, Paolo Di Paolo ha vinto la novantunesima edizione del Premio Viareggio Rèpaci nella Sezione Narrativa. La motivazione: “Quante storie ci vogliono per fare un uomo? La letteratura e il cinema contemporanei hanno assuefatto lettori e spettatori a romanzi e film “plurimi”, costruiti attorno a una serie di vicende che scorrono in parallelo fino a quando, col procedere del racconto, i diversi fili non si annodano in un unico intreccio, in qualche modo illuminandosi a vicenda. Apparentemente, anche Lontano dagli occhi sembrerebbe costruito secondo lo stesso modello. Siamo a Roma, nel 1983, e tre giovani donne incinta, destinate a diventare quella che all’epoca si chiamava una “ragazza madre”, attraversano i mesi più difficili di una gravidanza che inaspettatamente, di punto in bianco, le ha proiettate in un altro tempo della vita. Sono diversissime, socialmente e caratterialmente, eppure si assomigliano nel crescente sgomento  per un corpo  che  cambia giorno  dopo  giorno e un futuro che appare sempre più incerto. Si riconosceranno l’una nell’altra? Solidarizzeranno? Il lettore non può evitare di domandarselo. In questo romanzo della sua maturità di narratore, Paolo Di Paolo non ha però previsto alcun incontro per i suoi personaggi. Sul più bello una pagina interamente inchiostrata di nero – matrice della vita e della scrittura – impone alla storia una svolta inaspettata e svela una struttura del racconto completamente inedita, che proietta il romanzo su un altro piano e dissolve gli aneddoti e gli affanni delle tre ragazze in una interrogazione verticale. Memoir immaginario, estrema autofiction e derisione di ogni possibile autofiction, Lontano dagli occhi prende così la forma di un’inchiesta sull’origine e sul destino. Un’inchiesta privatissima che – tanto più per questo – paradossalmente non lascerà nessuno indifferente” (Gabriele Pedullà).

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