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Mascherina al posto del distanziamento, retromarcia scienziati sul Covid. Caos scuola, presidi in rivolta

Valentina Conti
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Si lavora per tornare sui banchi a settembre anche se la curva epidemiologica è in risalita. E la polemica che continua ad infiammare i giorni afosi d'agosto è sempre quella dei banchi monoposto, che in parecchi casi arriveranno dopo la riapertura delle aule. 2,6 milioni di sedute singole, risultato della gara bandita dal Commissario Arcuri, che saranno consegnate dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre, secondo programmazione nazionale.

A scaldare gli animi si materializzano le nuove indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, che parla di "metro di distanza non obbligatorio" pur che si indossi la mascherina. "Tanto rumore per nulla - interviene a gamba tesa Antonello Giannelli, a capo dell'Associazione Nazionale Presidi - i dirigenti scolastici non hanno preso un solo giorno di ferie per lavorare febbrilmente affinché gli alunni potessero essere distanziati come previsto. E tutto questo ora perché?". "Abbiamo sempre rispettato le indicazioni sanitarie e continueremo a farlo, ma va fatta chiarezza prima su questo aspetto", tuona Giannelli.

"Il punto - spiega ancora- è che è una questione di tempo sia sui banchi sia sul personale in aggiunta che dovrebbe approdare nelle scuole. Pensavamo fosse un'estate tragica invece era solo comica. Noi abbiamo sempre ripetuto che servivano spazi e personale. Molte azioni sono state messe in campo tardi. Di cosa c'è bisogno? Che tutto proceda senza intoppi, riducendo la burocrazia, senza dietrofront". I vecchi banchi biposto poi che fine faranno? "Saranno ritirati dal soggetto che consegna i nuovi banchi e, laddove questo non avverrà, la competenza sarà degli enti locali", chiarisce il leader del sindacato dei presidi. Da bollino rosso la situazione nel Lazio, dove "già prima della infelice notizia sullo slittamento della consegna dei monoposto, almeno il 30% delle scuole della regione ci aveva riferito di non sapere come fare a distanziare gli alunni con o senza banchi singoli", denuncia Mario Rusconi, voce dei dirigenti scolastici romani e del Lazio.

"Nelle classi pollaio, i banchi infatti non sono la panacea. Adesso - prosegue Rusconi - la mancata consegna aggrava il quadro generale, di per sé drammatico per l'assenza degli enti locali che dovrebbero intervenire su spazi e patrimonio edilizio (nella regione scarso, datato e non adeguato all'emergenza Covid)". Ciliegina sulla torta, rivela altresì, "la nota inviata sulla questione smaltimento banchi vecchi dalla Città Metropolitana lo scorso 7 agosto ai presidi delle scuole medie superiori della provincia di Roma. Come il fatto che il Comune, proprietario di elementari e medie, taccia completamente. Eppure il Commissario Arcuri ha affermato che 'lo smaltimento dei banchi sostituiti avverrà secondo le modalità ordinarie, in accordo con Anci e Upi' ". E invece - incalza il presidente dell'ANP del Lazio - "dispiace constatare il sotteso pensiero nella risposta della Città Metropolitana alla nostra richiesta di intervento, alludente al fatto che i ds potrebbero aver fatto richiesta di banchi e arredi per generico rinnovo, senza tenere in considerazione i principi di economicità e di efficienza, assunti istituzionali che guidano sempre l'operato dei presidi". Su un altro fronte - quello della rimodulazione dell'attività didattica in vista del rientro - sulla Didattica Digitale Integrata (DDI) si aggiunge la novità: si potrà applicare non solo per le superiori come affiancamento parziale alla didattica in presenza, ma in generale, oltre che in caso di nuovo lockdown, anche nelle singole zone rosse che il governo dovesse decidere di istituire per arrestare l'epidemia. In Germania, intanto, riaprono i battenti le scuole e crescono i contagi. Uno studio inglese sul ritorno in classe evidenzia, all'opposto, i rischi bassi per i bambini. Molto più grave sarebbe la soluzione di chiudere (ancora) gli istituti scolastici. A casa nostra sarà tutto da vedere, dalle premesse non saranno certo rose e fiori.

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