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Mascherine nelle discoteche all'aperto. Arriva la stretta di Ferragosto

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Nel giorno in cui si sfiorano i 600 contagi in 24 ore, si corre ai ripari. Sono 574 i nuovi casi, mai così tanti dallo scorso 28 maggio, che portano - da inizio pandemia - a 252.809 persone che hanno contratto il Coronavirus, con +2% rispetto a ieri. Scendono i decessi dai sei di ieri ai tre di oggi. Anche la situazione negli ospedali vede una risalita dei casi: 56 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (+1,8%). E gli occhi del governo sono puntati sul weekend di Ferragosto. A fare paura sono soprattutto le discoteche, dove è difficile mantenere le distanze e dove la mascherina sembra essere più un outfit, che una protezione necessaria e obbligatoria. I comportamenti, spesso sconsiderati, di giovani che ballano e si divertono, stanno infatti incidendo sui nuovi contagi e la stretta si è resa necessaria. Per tutta la giornata si erano rincorse voci su una riunione straordinaria tra Governo e regioni per trovare una linea comune, come successo per i turisti italiani di rientro da Spagna, Grecia, Malta e Croazia. Ad ora però nessuna videoconferenza è stata convocata, benché il ministro Francesco Boccia, aveva rimandato a un aggiornamento del precedente incontro dopo 24-48 ore.

Secondo fonti di maggioranza il pressing da parte del governo, in particolare del titolare della Salute, Roberto Speranza, è stato quello di far correggere il tiro sulle discoteche alle Regioni che, contravvenendo al volere dell’esecutivo - e in maniera autonoma - avevano invece consentito il riavvio di quelle all’aperto. «Con i colleghi Speranza e Patuanelli abbiamo fatto un discorso chiaro alle regioni - spiega Boccia - le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione». Ma con il decreto del 16 maggio si era deciso di lasciare comunque alle regioni la possibilità di valutare l’opportunità di far riaprire, rispettando certe condizioni. Ai governatori, aggiunge, «noi gli diciamo: siete autonomi, assumetevi le vostre responsabilità».

 

 

 

Alla fine la stretta è arrivata per mano dei presidenti di Regioni con ordinanze ad hoc. Mascherine obbligatorie se non si rispetta la distanza di sicurezza di almeno due metri e numeri contingentati, con il divieto assoluto di alzare la saracinesca alle disco al chiuso. Il Ferragosto è quindi salvo, «si balla» insomma, ma non è escluso che, sempre in base alla curva epidemiologica, dopo il 20 agosto arrivino nuove chiusure. Le prime ordinanze emesse sono quelle di Veneto ed Emilia Romagna che prevedono: obbligo di mascherina «all’interno del locale, compreso durante il ballo, ammesso, va ricordato, solo in presenza di piste all’aperto» e «la chiusura immediata del locale, senza alcun rimando ad ulteriori pratiche amministrative, se viene accertato dagli organi di vigilanza il mancato rispetto delle norme fissate dall’ordinanza». «È una misura presa contro il rischio che il virus torni a fare la voce grossa, non possiamo vanificare i risultati raggiunti grazie all’impegno e lo sforzo di tutti - dice Luca Zaia - Mi rivolgo soprattutto ai giovani che nei giorni del lockdown e fino ad oggi sono stati un vero modello di responsabilità e consapevolezza della situazione. Invito loro e tutti gli altri appassionati a pazientare ancora, aderendo alle indicazioni che vengono date e continuando ad avere comportamenti coerenti con la situazione». «Vogliamo evitare comportamenti che permettano al contagio di rialzare la testa - spiega Stefano Bonaccini -. Per questo è necessario rafforzare prevenzione e controlli, un impegno che va di pari passo con lo straordinario lavoro che i servizi sanitari stanno facendo nei territori grazie all’azione di tracciamento dei casi di positività al virus».

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