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Domenica in, l'infettivologo Matteo Bassetti conferma: coronavirus meno aggressivo

Giada Oricchio
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A “Domenica In”, nella puntata del 14 giugno, il Professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha fatto il punto della situazione sulla terza fase del Coronavirus: “Il distanziamento fisico è necessario, se non è possibile serve la mascherina. Che sconforto quelle file di ambulanza davanti al Pronto Soccorso".

Mara Venier comincia l'intervista chiedendo al Professor Matteo Bassetti se il Covid-19 si è indebolito e lui spiega: "Dobbiamo continuare a stare attenti, ma la tipologia di malati è diversa rispetto a quella di marzo e aprile, i casi sono pochissimi e non gravi come due mesi fa. Stiamo aspettando che i laboratori confermino l’osservazione clinica. Questo non vuol dire che da domani dobbiamo alleggerire le misure e abbracciarci, ma che stiamo mandando un messaggio di speranza”.

Mara Venier chiede se ci sarà una seconda ondata e se il vaccino è in dirittura d’arrivo e Bassetti: “Con il virus dovremmo convivere, non è sicura una seconda ondata, è probabile, ma non sarà così aggressiva come la prima perché siamo più organizzati e più bravi a gestire il Coronavirus, sappiamo affrontarlo meglio. La prima ondata ci ha colto impreparati, non pensavamo a una botta così forte. Il vaccino? La ricerca ha lavorato alacremente, ci sono oltre 130 programmi e alcuni sono molto avanti. Mi auguro che per la fine dell’anno o al massimo inizio 2021 saremo pronti, soprattutto mi auguro che quando il vaccino ci sarà non vengano fuori i movimenti no vax. Serve un atteggiamento diverso dal recente passato. Il vaccino antinfluenzale per gli over 65 è fondamentale. E’ un investimento sulla nostra salute ed è gratuito per le persone a rischio o con malattie croniche. E’ importante anche per i ragazzi. Se si è vaccinati, aiutiamo i medici a fare la diagnosi differenziata: si capisce subito se è influenza o no. Va fatto!”.

Secondo l’infettivologo in vista di settembre non c’è da avere paura: “Non credo che tornerà a settembre, ma dall’autunno inoltrato, nei mesi di ottobre e novembre. Dobbiamo abituarci a convivere con il Covid, come dice Tony Fauci. Oggi abbiamo degli strumenti e dei farmaci con cui combatterlo. La cura del plasma? Nella prima fase eravamo in guerra e abbiamo utilizzato qualsiasi cosa, oggi abbiamo più dati e abbiamo scoperto che i farmaci della HIV non hanno dato grossi risultati così come il plasma. I farmaci devono venire fuori da studi scientifici inattaccabili. In via sperimentale stiamo usando il remdesivir o il tocilizumab o il cortisone. Abbiamo avuto tre momenti diversi, il primo dove andava male, il secondo intermedio e il terzo, quello di oggi, dove siamo diventati più bravi. Da noi sono 4 settimane che non ricoveriamo persone che finiscono in Rianimazione, arrivano casi minori. Ad esempio sono arrivate 5 nonnine che sono andate tutte a casa, se arrivavano a marzo non ci tornavano. Oggi la malattia è molto diversa”.

Sull’estate che ci aspetta, il professor Bassetti ha dichiarato: “Sarà un’estate diversa, ma senza terrore. Serve il distanziamento fisico e se non è possibile, bisogna usare la mascherina, poi è fondamentale lavarsi spesso le mani. Il ritorno alla normalità in Francia o Germania è stato più veloce che da noi, dobbiamo guardare a loro. Il lockdown ci è servito per il Covid-19, ma ha distolto l’attenzione dalle altre malattie. L’apertura delle Regioni? Esiste una sola Nazione, è giusto riaprire. La Lombardia ha una situazione particolare, ma bisogna guardare anche le persone che vanno in ospedale e mi risulta che sono molto meno. Non ci si deve basare solo sui tamponi”. Infine una concessione alla sfera privata: “Ho avuto molti momenti di sconforto, ci sono stati giorni in cui arrivavano tante ambulanze in un giorno, una fila davanti al Pronto Soccorso. Lo sconforto forte è stato quando i malati non potevano salutare i familiari. Io ho perso 5 kg in un mese, è stata una botta che ha colpito molto tutti i sanitari. Devo dire W i medici e W la sanità italiana”.

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