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Baldissoni ribatte alle bordate di Totti: nessuno vuole deromanizzare la Roma

"Ha avuto due contratti da calciatore e un'offerta da direttore tecnico"

Filippi Biafora
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“Siamo dispiaciuti dell'addio di Totti, ma i fatti dimostrano che nessuno vuole deromanizzare la società”. All'indomani del botta e risposta a distanza tra Francesco Totti e la dirigenza della Roma, che ieri sera ha replicato all'ex Capitano con un comunicato, è toccato a Mauro Baldissoni il compito di rispondere in prima persona alle dichiarazioni della leggenda romanista: “Volevamo accompagnare Francesco nella sua crescita, siamo stati convintissimi nell'essere pazienti ed aspettarlo. Dopo l'uscita di Monchi - ha detto il vice-presidente giallorosso a Sky - la società gli ha proposto di assumere quello che anche lui riteneva il suo ruolo più consono, quello di direttore tecnico”. Baldissoni ha poi toccato l'argomento dell'operatività di Totti: “La sua scelta di Ranieri è stata accolta dalla società, così come è stato seguito nell'idea di andare a convincere Conte. Ma il lavoro resta di squadra e nessuno può decidere da solo”. I temi più delicati della conferenza dell'ormai ex dirigente sono stato quelli della ‘deromanizzazione' e dell'assenza di Pallotta: “Francesco ha avuto due contratti da giocatore da questa proprietà e poi da dirigente per sei anni con la proposta da dt. Anche De Rossi - la spiegazione di Baldissoni - ha avuto due contratti da calciatore. Sarebbe sciocco e autolesionista deromanizzare la Roma. Il patrimonio implica un valore inestimabile dal punto di vista emozionale e patrimoniale. Sono i fatti a dimostrare che non è così, non c'è nulla di più lontano dal vero. Pallotta? Liverpool e Chelsea hanno vinto in Europa, Henry ed Abramovich non si vedono mai nelle rispettive sedi. Il presidente ha fatto dei tentativi per avvicinarsi a lui”. La chiusura dell'intervento, dopo aver ribadito per l'ennesima volta che la società non è in vendita, è dedicata alla questione stadio: “E' cruciale avere lo stadio. E' un amplificatore di ricavi che sono necessari alla Roma per incrementare la sua capacità competitiva. Senza un impianto di proprietà l'orizzonte resta molto complesso per primeggiare. Se alla lunga non gli verrà concesso di fare questo investimento, è evidente che Pallotta potrà cambiare idea, ma non lascerà nulla di intentato”.

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