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L'allarme di Bozza: “Dopo un anno di emergenza medica ci attende un anno di emergenza psicologica”

Maria Monsè
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In tema di pandemia, esistono dei "protagonisti della comunicazione" chiamati in causa in termini di modifica sostanziale, radicale, delle nostre abitudini, agite con consapevolezza o che, passando "sotto traccia", già provvedono ad un cambiamento di approccio da parte di ciascuno di noi nei sentimenti, nel lavoro, nel sociale in generale. Ecco come il dott. Domenico G. Bozza, psicologo e consulente in sessuologia clinica, ci illustra il quadro attuale della situazione.

Il timore di toccare l'altro, il timore di come possa reagire al nostro saluto classico o in tempo di Covid, la necessità di concentrarci maggiormente sugli occhi stante l'impedimento di una visione globale del volto e della sua muscolatura visto l'utilizzo sempre più frequente della mascherina, il vissuto dell'altro come "untore", il riuscire a restare distanti solo nel fisico e non nella comunicazione verbale, la diffidenza verso la conduzione di vita di chi non conosciamo e potrebbe essere positivo asintomatico sono solo alcune delle variabili potenzialmente scatenanti una instabilità dell'umore con tutte le conseguenze a breve e medio termine: isolamento/ritiro sociale, fobia sociale, comportamenti ossessivo-compulsivi, rabbia, aggressività, stress post-traumatico, ansia generalizzata, insonnia e ipocondria.

Lo psicologo Domenico Bozza si rivolge alle istituzioni, con un appello alle coscienze, affinché si presti la giusta attenzione ad un potenziale disgregamento delle modalità comportamentali e delle sue funzionalità allorquando socialmente veniamo chiamati ad interagire in questo travagliato e devastante momento storico del nostro Paese. Gli aspetti psicologici nelle relazioni umane saranno chiamati prepotentemente in causa con la necessità di prevedere già da ora sempre un maggiore coinvolgimento della comunità di psicologi/psicoterapeuti, per far fronte e prevenire drammi che già numerosi si evidenziano dai fatti di cronaca.

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