Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Intelligenza artificiale contro i falsi

Alessio Buzzelli
  • a
  • a
  • a

Un sistema di Intelligenza Artificiale al servizio del contrasto alla contraffazione e all'imitazione di uno dei prodotti italiani più famosi, apprezzati e, va da sé, copiati fuori dai nostri confini: la Mozzarella di Bufala. L'IA in questione si chiama Nina (in omaggio a una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto) ed è la punta di diamante di un progetto messo a punto dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, da sempre in prima linea nell’attività di vigilanza contro le fake-mozzarelle e del così detto Italian sounding, ovvero quel fenomeno mondiale per cui sulle etichette di alcuni prodotti vengono richiamate immagini, parole, denominazioni che ricordano l'Italia ma che con essa non hanno nulla a che fare.

Questa è la prima volta che un Consorzio sceglie di avvalersi dell'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale per tutelare un prodotto agroalimentare italiano tanto importante (sia in termini economici che identitari), come spiegato dal direttore Pier Maria Saccani: «Tale innovazione – ha spiegato infatti Saccani – rappresenta un salto di qualità nell’attività di vigilanza sulla mozzarella di bufala campana Dop e testimonia che, se ben utilizzata, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto alla tutela del Made in Italy». La missione di Nina sarà dunque quella di individuare e verificare sul web, grazie all'utilizzo delle tecniche di “scraping”, tutti i riferimenti che incontra sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop, analizzando in base a delle regole di apprendimento la presenza di imitazioni, contraffazioni, evocazioni e abusi. Il sistema procederà attraverso una verifica “visiva” degli incarti di mozzarella Dop, imparando col tempo a distinguere quelli autentici da quelli contraffatti e migliorando con l’esperienza la precisione nel riconoscere gli eventuali falsi: passerà al setaccio ogni parola sospetta, incongruenza linguistica o discrepanza nella grafica dei loghi presenti sulle etichette, comparandoli con quelli originali e, se necessario, segnalando le anomalie.

«Il progetto – ha commentato Giorgio Ciardella, Cto di Farzati Spa, società cui il Consorzio ha affidato lo sviluppo di Nina –  è un modello di innovazione nel settore caseario, perché riesce ad offrire una soluzione concreta per garantire la trasparenza e la tracciabilità degli incarti e combattere la contraffazione. Attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, questa iniziativa non solo tutela uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza italiana, ma stabilisce anche nuovi standard per l’intero settore agroalimentare». Uno strumento che promette di essere determinante nella tutela di un prodotto simbolo del made in Italy all'interno del complesso mercato virtuale, dove è sufficiente una parola, un'allusione, una somiglianza sull'etichetta per riuscire a spacciare un prodotto per ciò che non è, ingannando fatalmente il consumatore e danneggiando irrimediabilmente una filiera che ad oggi conta 11mila addetti e 1500 allevamenti, per un totale di 2600 etichette. Nina potrebbe mettere fine a tutto questo, integrando, come nessun umano sarebbe in grado di fare, l'attività di vigilanza del Consorzio Mozzarella di Bufala Dop e, un domani, quella di molte altre produzioni dell'agrifood italiano.    

Dai blog