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I segreti del Cerasuolo, il rosa d'Abruzzo

Paolo Zappitelli
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Non è un rosato come tutti gli altri. Per colore, corpo e profondità. Il Cerasuolo d’Abruzzo ha infatti tutte le carte giuste per uscire dal solito cliché del rosé consumato come aperitivo ed entrare invece nel mondo dei «grandi» come vino da abbinare anche a piatti più elaborati. La nuova annata, con qualche incursione anche in quelle precedenti, è stata presentata dal Consorzio Tutela vini d’Abruzzo nei giorni scorsi a Ortona, in una degustazione di oltre 200 vini. Oltre al Cerasuolo anche Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano, fino alle più piccole produzioni di Pecorino e Passerina e di altri autoctoni emergenti come la Cococciola e il Montonico. Tutte produzioni frutto del lavoro di una nuova giovane generazione di viticoltori ed enologi e di un territorio che è naturalmente predisposto alla vitivinicoltura, collocato tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso e della Majella. Una collocazione ideale perché le vigne hanno forti escursioni termiche tra giorno e notte che, associate ad una buona ventilazione, garantiscono alla vite un microclima ideale per vegetare e produrre uve di qualità.

 

 

Qui il protagonista assoluto è comunque il Montepulciano che, oltre a rossi importanti, si esprime al meglio anche nel Cerasuolo. Tra le aziende sicuramente da segnalare la Cantina Orsogna che della biodinamica ha fatto la sua bandiera di vita. In degustazione è stato portato il Cerasuolo d’Abruzzo Pettirosce 2020 che intriga subito con un bellissimo colore, un ciliegia brillante. Ed è lo stesso frutto che è protagonista, prima presentandosi al naso e poi al palato, insieme a frutti rossi, qualche accenno di rosmarino e altre erbe aromatiche. Bella la freschezza che mette in equilibrio il vino e la sapidità finale. Altra azienda che merita una menzione - e non potrebbe essere altrimenti - è la cantina Masciarelli con il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Villa Gemma 2020. E qui siamo già in quel gruppo di rosati che hanno bisogno di abbinarsi a un piatto, anche importante, piuttosto che a un semplice aperitivo. Quattordici gradi alcolici, profumi di rosa e violetta, un bel sorso armonico, morbido, sostenuto da una buona acidità e con una bella sapidità che stimola una lunghissima salivazione.
Infine la cantina Inalto, che ha i vigneti nel territorio di Ofena a quote che arrivano fino a 700 metri. In degustazione è stato portato il Cerasuolo d’Abruzzo superiore 2019. Anche in questo caso un grado alcolico importante, 14 gradi, che lo porta subito fuori dal territorio dei semplici aperitivi. Un bel colore brillante, i profumi virano dalle note speziate a note di nespola fino a qualche sbuffo di ciliegia che poi si ritrova anche al sorso. Bella persistenza e una grande sapidità che si allunga nel finale.
 

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