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Vaccino, l'ha detto Mario Draghi a tutti in tv: “Fatemi subito una dose di Pfizer!”

Franco Bechis
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Si è presentato poco dopo le otto del mattino al centro vaccinale di Santa Maria della Pietà, a Roma. Ultrasettantenne, accento napoletano, assai distinto, vestito un pizzico da gagà di altri tempi, con tanto di borsalino di paglia in testa. “Buongiorno, sono qui per fare la mia dose di Pfizer”, ha spiegato al centro accettazione sporgendo regolarmente la sua tessera sanitaria. Gentile la signorina di turno ha scorso l'elenco stampato con le prenotazioni: “Mi scusi, ma il suo nome non risulta. Prima o seconda dose?”. E l'altro: “seconda dose, voglio Pfizer”. Con calma la signorina si è fatta spiegare e ha capito che il signore aveva già ricevuto tre mesi fa la prima dose di vaccino, che però era AstrZeneca, e cortese: “Ha sbagliato hub, lei deve andare a fare oggi la sua seconda dose di AstraZeneca...”. Lui risoluto: “Eh, no! Ho sentito con le mie orecchie il presidente del Consiglio Mario Draghi dire che lui aveva fatto la prima dose di AstraZeneca e ora andava a farsene una di Pfizer che anzi la protezione è perfino migliore. Voglio anche io come lui!. Oggi faccio Pfizer...”. La poveretta non ha avuto possibilità di replica. Ed è andata a chiamare subito il dirigente medico che stava sovrintendendo alle vaccinazioni. E' arrivato, ha provato a calmare il signore e gli ha spiegato che alla sua età era sicurissima la seconda dose di AstraZeneca, e che lui non poteva fargli a richiesta ora una dose di Pfizer come chiedeva per altro non essendosi registrato né avendo prenotato. Il signore ha protestato vivacemente e se ne è tornato sui suoi passi urlando: “L'ha detto Draghi, pazzesco! L'ho sentito con le mie orecchie! E qui si ribellano al presidente del Consiglio...”.

 

 

E' un fatto vero, accaduto praticamente all'indomani del discorso in conferenza stampa del premier (il primo giorno feriale utile), e non sappiamo se episodi così si siano verificati nel resto di Italia. Ma è chiaro che pur con tutte le buone ragioni che lo animavano (fare vedere con il suo esempio che non c'era rischio con la vaccinazione eterologa), la scelta di Draghi ha aggiunto ulteriore confusione a un drammatico caos esistente sui vaccini. Con tutti gli esperti che si affannano a dire che la seconda dose di AstraZeneca resta sicurissima per gli ultra sessantenni, che il premier alla sua età sia andato dire che per se stesso avrebbe fatto l'eterologa non è stata idea geniale (era meglio esporre un testimonial under 60...). E i risultati sono quelli visti lunedì 21 giugno all'hub di Santa Maria della Pietà...

 

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