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Peracottara e pesciaiola, ecco il video scandalo di insulti alla Meloni

Franco Bechis
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Quello che potete vedere qui è il video scandalo della pioggia di insulti a Giorgia Meloni avvenuta negli studi di Controradio, storica emittente radiofonica fiorentina. A condurre la trasmissione il direttore della emittente, Raffaele Palumbo, e ospiti Giovanni Gozzini, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena e lo scrittore Giorgio Van Straten.

 

 

 

Gli insulti sono partiti da Gozzini, un professorino che ha pubblicato qualche libello di poco conto sostenendo che i comunisti hanno salvato l'umanità. Capirai cosa ci si poteva attendere da lui. Non avendo bella scrittura e non sapendo mettere quattro parole in italiano senza infilare un insulto o una pernacchia, questo docente si è lanciato in una serie di contumelie anche sessiste nei confronti della leader di Fratelli d'Italia: “Ieri s'era m'è preso il mal di miserere quando ho sentito quell'ortolana, con tutto il rispetto per la categoria, della Meloni...lei pensava di fare una grande fine ad effetto del suo discorso dicendo, lei presidente ha detto questa famosa frase, whatever it takes, io le dico, ripeta whatever it takes per l'Italia. Per l'Italia! Siamo ancora a questo nazionalismo retorico, demenziale, ignorante”.

 

Poi di fronte alla reazione degli altri due che prendevano le distanze non per chiedere rispetto della Meloni, ma degli ortolani, Gozzini si è lanciato in altre contumelie: “Questa pesciaiola, e mi dispiace offendere questi negozianti ma non io posso vedere in Parlamento gente simile, di un'ignoranza di questo livello, che non ha mai letto un libro in vita sua, che può rivolgersi da pari a pari a un nome come quello di Mario Draghi”. Altra presa di distanza del direttore della radio e di Van Straten, che fu a lungo anche consigliere di amministrazione della Rai: per difendere i pesciaioli. Allora il nostro intrepido Gozzini ha cambiato paragone: “datemi dei termini: una rana dalla bocca larga? Una vacca? Una scrofa? Cosa devo dire? Cosa devo dire per stigmatizzare il livello di ignoranza e presunzione..”.

Bisognerebbe spiegare al professore Gozzini che Mario Draghi è arrivato lì con tutto il suo curriculum per la disperazione della democrazia in questo momento. Ma in parlamento ci vanno non quelli che hanno letto (speriamo pochi) i suoi inutili e verbosi libelli, ma quelli cui gli italiani danno i voti. Se ne faccia una ragione: la democrazia funziona con i voti dei popoli. Purtroppo uno come lei i voti li dà e per questo si sente onnipotente. Il suo caso fa comprendere come sia giunto il momento di farglieli anche prendere dai suoi studenti, magari una sonora bocciatura le toglierebbe un pizzico di idiota spavalderia...

 

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