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Blitz di medici e pompieri La gente equivoca: "maledetto virus"

franco bechis
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Vigili urbani, vigili del fuoco, infermieri e medici hanno circondato un palazzo in via Fani. Ma non si trattava di coronavirus. E' accaduto poco dopo l'ora di pranzo lunedì 30 marzo nella via di Roma Nord ben conosciuta per l'attentato che falcidiò la scorta di Aldo Moro il 16 marzo 1978. Vista arrivare l'ambulanza e ben cinque automezzi dei pompieri, compresa una gru, naturalmente la gente del quartiere che si è affacciata subito sui balconi sentendo le sirene si è impaurita. Una signora ha chiesto a una vigilessa sul posto che stava accadendo e lei ha risposto di fretta: "un trattamento sanitario". Di bocca in bocca e di balcone in balcone quella risposta si è trasformata in "stanno sanificando", intendendo un maxi intervento igienico in un palazzo che si immaginava infestato dal coronavirus. La cosa che faceva venire qualche dubbio è che alcuni pompieri erano privi anche di semplici mascherine (così non dovrebbe essere in ogni caso). Possibile che li mandassero a combattere il virus a mani nude? Quando finalmente è stato possibile al giornalista parlare con un responsabile della operazione l'equivoco è stato chiarito: si trattava di un trattamento sanitario obbligatorio (Tso) ordinato dal comune di Roma su una paziente con qualche problema psichico. Lei si rifiutava di ricevere i sanitari, e così è stato ordinato il blitz. Con una gru i pompieri hanno bloccato il suo balcone, per prevenire atti di autolesionismo, e con altri gruppi hanno circondato per lo stesso motivo l'edificio reggendo teloni di emergenza. Un'altra squadra è entrata con i sanitari, che poi sono riusciti a somministrare sul posto le cure necessarie senza dovere portare via a forza la paziente. Purtroppo nessuno ha potuto chiarire l'equivoco alla popolazione del quartiere che oggi guarda l'edificio come un "palazzo contaminato" guardando storto i suoi abitanti...

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