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Voto a luglio. Con le pinne, il fucile e la scheda

Carlantonio Solimene
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Quindi, vista l'indisponibilità dei partiti ad accordarsi tra loro e ad appoggiare un eventuale governo di tregua, il Capo dello Stato Sergio Mattarella sarebbe pronto a rimandare il Paese alle urne a strettissimo giro, forse già a luglio. Domenica 8, precisamente. A quel punto, visti i tempi tecnici delle verifiche del voto e della proclamazione dei neo eletti, le Camere si insedierebbero a fine mese. Due o tre giorni (nella migliore delle ipotesi) per eleggere i rispettivi presidenti e poi via a un nuovo giro di consultazioni. Presumibilmente a inizio agosto. E chissà che Mattarella non stia pensando proprio a questa circostanza ragionando sull'opportunità di anticipare al voto: con le ferie alle porte, scommettiamo che i nostri leader l'accordo lo troveranno subito? Magari anche perché i leoni da tastiera, quelli dai quali i politici si fanno sempre più condizionare, saranno sotto l'ombrellone o a infervorarsi per il calciomercato. Benvenuti nella Terza Repubblica, quella balneare.

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