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Juventus, Abodi tuona contro la giustizia sportiva: “Serve una riforma, ora basta”

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Ieri il Collegio di Garanzia presso il Coni ha accolto il ricorso della Juventus contro la penalizzazione di 15 punti in merito alla vicenda plusvalenze, rimandando tutto alla Corte Federale d’Appello. Sui social e i giornali si sono scatenate le polemiche per una classifica della Serie A che non ha pace, tra penalizzazioni, punti ridati e che possono essere nuovamente tolti. Un caos per chi compete per un posto alla prossima in Champions League. Sul tema si è espresso pure Andrea Abodi, ministro per lo Sport: “Non voglio entrare nel merito delle sentenze, ma nel metodo perché questa precarietà non aiuta. Farò la mia parte, nel ruolo che mi è stato affidato e di concerto con altri colleghi di governo, per una riforma della giustizia sportiva che garantisca a tutti i portatori di interesse, atleti, dirigenti, tecnici, tifosi, media e opinione pubblica, di comprendere le decisioni che vengono prese e di fare in modo che il processo sia non solo più snello, tempestivo e trasparente possibile, ma si svolga nei tempi e nei modi affinché non venga compromessa la credibilità e la regolarità della competizione sportiva nella sua interezza”.

 

 

“È evidente - dice l’ex numero uno della Lega di Serie B - che abbiamo bisogno della certezza del diritto, chi sbaglia deve pagare, ma il modo con il quale si accerta la responsabilità e si arriva alla decisione finale deve tenere conto degli interessi generali e della comprensibilità delle decisioni della quale l’opinione pubblica ha diritto. Senza trasformare la giustizia in una partita di calcio, come purtroppo è successo nel 2006 e sta succedendo anche adesso”.

 

 

Abodi manda un avviso al mondo del pallone italiano e ai suoi vertici: “Come detto, affronterò questi temi confrontandomi con tutte le componenti politiche e tecniche, nel rispetto dell’autonomia, che è relativa e non assoluta. Mi interessa l’obiettivo di una giustizia giusta, che sia certa in coerenza con i principi dell’ordinamento giuridico-sportivo e rispettosa dei tempi dello sport, che sia intellegibile anche per i non addetti ai lavori, nella più assoluta indipendenza, quindi anche nella responsabilizzazione di tutti gli attori in campo”.

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