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El Shaarawy all'ultimo respiro risponde a Insigne. Roma con orgoglio a Napoli

Luca De Lellis
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Il gol di El Shaarawy mette una pietra tombale sui residui sogni di gloria del Napoli. Al Maradona la squadra di Spalletti non va oltre il pari nel centocinquantesimo derby del Sole con la Roma, scivolando così a 4 punti dal Milan capolista. La parola fine non può ancora essere messa completamente, ma i due stop interni consecutivi certificano una debolezza mentale dei partenopei nei momenti decisivi della stagione che si ripete in maniera preoccupante ormai da anni.

Mourinho presenta una novità di formazione: l’esclusione di Mkhitaryan a favore di un tridente composto da Pellegrini-Zaniolo-Abraham. La cerniera di centrocampo, invece, composta da Oliveira e Cristante. Spalletti propone invece Lozano sulla destra al posto di Politano, con Zielinsky relegato ad un’altra panchina. Nel primo tempo il Napoli appare più pimpante e, dopo 10 minuti di gioco, sfrutta l’ingenuità di Ibañez su Lozano per passare in vantaggio. Di Paolo al VAR chiama l’arbitro Di Bello per valutare il tocco evidente sulla caviglia del messicano, non sanzionato immediatamente. Il direttore di gara, rivedendo il contatto, assegna il rigore. Insigne non sbaglia e fa esplodere il Maradona. La Roma soffre tanto l’aggressività degli azzurri, ma trova comunque il modo di rendersi pericolosa dalle parti di Meret, sia con la splendida giocata di Zalewski sulla sinistra, sia con l’auto-traversa di Osimhen sulla punizione di Pellegrini. Gli azzurri invece accarezzano l’idea del raddoppio con Osimhen, ma il salvataggio miracoloso di Smalling porta i giallorossi all’intervallo con il risultato ancora in bilico.

La ripresa vede entrare in campo un’altra Roma, che mostra la stessa faccia rabbiosa del suo allenatore. La squadra di Mourinho legittima il pareggio grazie ad una superiorità netta non solo in termini di gioco, ma anche di occasioni. Abraham spreca clamorosamente un cioccolatino di Karsdorp a due passi dalla porta, ma poi è geniale nel rifinire di tacco il rimorchio di El Sharaawy, che chiude sul primo palo l’1-1 definitivo al 91’, con il tecnico portoghese in panchina che urla “È giusto! È giusto!”. Nel mezzo diversi episodi che hanno fatto imbestialire Mourinho, tra cui il presunto rigore commesso da Meret in uscita su Zaniolo, la mancata doppia ammonizione di Zanoli e il giallo rifilato proprio al numero 22 giallorosso che sarà così costretto a saltare la trasferta di San Siro contro l’Inter. Nel post gara, ai microfoni di Dazn, non le ha certamente mandate a dire, chiedendo “rispetto” per l’impegno profuso dai suoi ragazzi. “Sembrava impossibile per noi poter vincere la partita. Noi non possiamo lottare per lo scudetto, ma vogliamo farlo per vincere le partite”, ha sentenziato il due volte campione d’Europa. La replica di Spalletti non si è fatta attendere, anche se non rivolta esplicitamente a Mourinho: “Ogni volta le panchine avversarie vengono qui e saltano addosso a tutti, facendo i padroni di casa. Tornassi indietro non direi alla mia panchina di starsene seduta e zitta”.

Solite polemiche arbitrali su un utilizzo del Var che fa sempre più discutere invece di mettere d’accordo tutti, funzione per cui è stato originariamente sperimentato. Solite bordate mediatiche di due personalità forti come Spalletti e Mourinho. Intanto il campo ha dato il suo verdetto: dodicesimo risultato utile per la Roma, che però non basta per accorciare le distanze sulla Juve per l’accesso alla prossima Champions League. Il Napoli si lecca le ferite: il sogno tricolore è sempre più una chimera.

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