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Champions League, il Napoli non passa a Belgrado

Gli azzurri tornano a casa con il rimpianto di traverse e palle-gol non sfruttate

Carlo Antini
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Sarà stato l'effetto Marakana, ma alla fine un Napoli sicuramente superiore porta a casa soltanto un punto da Belgrado. Non è poco, ma soprattutto non è tanto se le altre due squadre del girone si chiamano Psg e Liverpool. Finisce 0-0 in Serbia e gli azzurri tornano a casa con il rimpianto di una traversa e mezza (Insigne la timbra, Mario Rui la scheggia), ma anche di qualche palla-gol non concretizzata per quel pizzico di cattiveria sotto-porta che oggi è mancata. Si comincia con Ancelotti che schiera Fabian Ruiz in regia, optando per un 4-4-2 che in un attimo può trasformarsi nel 4-3-3, vestito del Napoli di questi ultimi anni. Callejon e Zielinski sono i laterali di centrocampo, ma sono anche le prime punte esterne se c'è da sostenere l'azione, con il polacco che ha anche la licenza di accentrarsi e di giocare da trequartista puro. La coppia d'attacco è formata da Milik e Insigne. Dall'altra parte dal mitico tunnel del Marakana esce una Stella Rossa che sulla carta si schiera con il 4-2-3-1, ma che in realtà si dispone con un prudente 4-5-1 dove l'ex Genoa, Sassuolo, Atalanta e Latina, Richmond Boakye, è la punta centrale, mentre in mezzo agisce un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano, l'ex Samp e Bologna, Nenad Krsticic. La superiorità del tasso tecnico azzurro non è in discussione, la differenza è evidente. Fabian Ruiz conferma di avere qualità e intelligenza tattica, mentre Zielinski e Insigne hanno spunti che spaventano i serbi. L'inedito di Belgrado è un Allan non in serata: diversi errori, un cartellino giallo al 17' e il rischio di prendere il secondo al 37'. Basta poco al Marakanà per accendersi, Boakye ci prova ma non spaventa Ospina e in realtà solo sui due falli commessi dal brasiliano del Napoli, lo stadio diventa bolgia. In realtà succede, ma è solo un enorme sospiro di sollievo, anche al 18' quando Insigne inventa uno splendido diagonale destro dai 25 metri che si stampa sulla traversa. Funziona l'intesa polacca Zielinski-Milik, il primo al 29' fa una grande giocata a centrocampo, difende palla, salta due avversari e imbecca il secondo che di destro impegna Borjan. Copione simile al 44', il binomio che produce la palla-gol è sempre «made in Polska», ma il portiere serbo è attento e presente. Si va negli spogliatoi sullo 0-0, meglio un Napoli discreto, sfortunato sul legno di Insigne, ma non abbastanza cattivo per sbloccare il risultato. Nella ripresa nessun cambio e Napoli che nei primi minuti dà l'impressione di essere più convinto. Ci prova Allan, ma non spaventa Borjan che, invece, all'11' può solo pregare sulla splendida punizione di Mario Rui il cui sinistro accarezza la traversa. La Stella Rossa non punge anche se il destro tutt'altro che irresistibile del neo-entrato Jovancic mette in crisi Ospina. La replica è di Zielinski, ma Borjan c'è. Ancelotti la vuole vincere e, al 16' inserisce Mertens per Allan arretrando Zielinski. Il belga è subito pericoloso, ma da buona posizione non trova la porta. Al 22' la trova Callejon, ma il suo sinistro trova la risposta di Rodic sulla linea. Ancelotti cerca dalla panchina la chiave del match: dentro Hamsik e Ounas per Zeilinski e Callejon, forze fresche per due tra i migliori in campo. Ci prova Insigne, ma in qualche modo Borjan si salva. Non riesce a sbloccarla il Napoli e rischia anche al 35' sul destro di Boakye che Ospina, questa volta bravo e sicuro, blocca a terra. Non succede altro, la Stella Rossa continua a controllare, la scossa dei cambi non arriva e si chiude sullo 0-0. Se si tratta di un mezzo passo falso lo diranno le prossime partite, intanto il Napoli torna a casa con un punto e quattro cartellini gialli che un peso possono averlo.

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