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Una semifinale modesta, l'Italia può prendersi lo scettro

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Mache fatica! Ancora i tiri dal dischetto a decidere, fatali gli errori dei portoghesi che avevano giocato novanta minuti ad armi pari, spagnoli veri soltanto nei supplementari. Occasioni mancate per Ronaldo, miracolo di Rui Patricio su Iniesta, ancora una volta il migliore, alla fine il verdetto è legittimo, la delusione è per il livello modesto di questa semifinale, più che a far gioco si è pensato a far giocaremale i rivali, alla fine il campo ha premiato i più bravi. Quale che possa essere l'ultima parola di questo capitolo dedicato a una sfida che appartiene alla storia, è doveroso dare atto a Prandelli di essersi guadagnato titoli di merito particolari. Di solito, il ruolo del selezionatore e quello dell'allenatore propongono differenti propensioni, la guida di una Nazionale non è paragonabile a quella dedicata a un club, ma il nostro cittì è andato oltre le scelte individuali e la creazione di un gruppo. L'Italia ha ora una fisionomia precisa, una personalità spiccata, la capacità di imporre il gioco invece di limitarsi a opposizione e rimessa. Prandelli, che oltre a tutto si sta confermando comunicatore eleganante, sa trasmettere idee e soprattutto serenità. Quella che a Varsavia potrebbe essere l'arma decisiva per tenere testa a una corazzata autentica come quella tedesca, che vanta una serie impressionante di risultati positivi, che ha un'età media molto bassa, che ha riposato due giorni più dei nostri. Dati che devono fare riflettere, senza per altro rassegnarsi a pensare che questi tedeschi non possano soffrire la nostra qualità, come era accaduto agli irlandesi, agli inglesi e in parte anche ai fenomeni spagnoli. All'umile attenzione di una volta è subentrata una faccia tosta apprezzabile, ce la giocheremo senza tremare.

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