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Arresto cardiaco Muore negli Usa il norvegese Oen

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La polizia locale apre un'indagine per stabilire le cause del decesso

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AlexanderDale Oen, ranista norvegese, aveva chiuso i 100 metri in 58.71 davanti al nostro Fabio Scozzoli, conquistando l'oro con 71 centesimi di vantaggio. Argento a Pechino 2008, a Londra 2012 era l'uomo da battere. Invece, Alexander ai prossimi Giochi non ci sarà. Stroncato da un arresto cardiaco a soli 26 anni, nella notte di lunedì a Flagstaff, in Arizona. Lì si trovava con la nazionale, per allenarsi in vista degli Europei di Debrecen di fine maggio e delle Olimpiadi. Per conoscere le cause esatte della morte di Dale Oen ci vorrà tempo, «Fino ad allora, non consideriamo chiarito il motivo del suo decesso» ha fatto sapere un portavoce della polizia della città statunitense. «Non assumeva farmaci di alcun tipo -ha assicurato il medico della nazionale Ola Ronsen - Eravamo andati a giocare a golf, poi ha fatto un po' di fisioterapia. Doveva fare la doccia prima di venire a cena. Abbiamo visto che non tornava e siamo entrati nella sua camera». Inutile ogni tentativo di rianimazione prima dell'arrivo dell'ambulanza, il ranista è stato dichiarato morto in ospedale. Poche ore prima aveva confessato su Twitter la nostalgia per la sua famiglia e la fidanzata Anja: mancavano solo due giorni al termine del collegiale e poi sarebbe tornato a casa. In Novegia Alexander era un eroe. Prima medaglia olimpica nel nuoto per il paese scandinavo e iridato poi a Shanghai. Alla premiazione dopo il suo trionfo in Cina non aveva saputo trattenere le lacrime, non per la vittoria, ma per la sua nazione messa in ginocchio solo tre giorni prima dall'attacco terroristico a Oslo e nell'isola di Utoya. «Un piccolo paese ha perso un grande atleta» sono le parole del Primo ministro norvegese Jens Stoltenberg. Oygarden, il paese che ha dato i natali a Dale Oen, è sotto choc, mentre la nazionale si è chiusa nel dolore, protetta dal ct Peter Lovberg: «Siamo tutti sconvolti - ha detto l'allenatore, che insieme ai suoi ragazzi ha partecipato a una messa commemorativa - le parole non possono descrivere il dolore. È una situazione irreale. Giorni difficili ci attendono». Scioccato il nostro ranista Fabio Scozzoli. «Non posso credere a questa notizia. Siamo troppo giovani per morire. Lascerà un vuoto incolmabile nella storia della rana mondiale» ha commentato su Facebook il nuotatore di Lugo, che stasera sarà ospite di Giovanni Bruno a «Obiettivo Londra 2012» su Sky. E così lo sport si ferma un'altra volta, dopo la morte improvvisa di Bovolenta e Morosini, e dopo il dramma - per fortuna solo sfiorato - del calciatore inglese Muamba. «Ogni volta che c'è un lutto si pensa sempre a qualcosa, ad un'immagine non bella dello sport mondiale - sono le parole del Presidente del Coni Gianni Petrucci - in Italia siamo all'avanguardia nei controlli insieme agli Stati Uniti». E anche per il futuro: «Abbiamo preso impegno con il premier Monti e il ministro Gnudi, tutto quello che è possibile per migliorare noi lo faremo». Un punto interrogativo che speriamo, almeno una volta, non rimanga tale.

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