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«Nel mondo del calcio e dello sport resiste ancora il tabù nei confronti dell'omosessualità, mentre ognuno deve vivere liberamente sé stesso, i propri desideri e i propri sentimenti».

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Giochiproibiti dello sport» scritto da Alessandro Cecchi Paone e Flavio Pagano - il commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli ha ricevuto uno speciale riconoscimento da parte degli organizzatori del 27° Torino GLBT Film Festival, incentrato sul tema «Da Sodoma a Hollywood». Il libro di Cecchi Paone e Pagano, in uscita domani in libreria, racconta decine di storie olimpiche, per lo più sconosciute, campioni e campionesse che hanno vissuto bene o male il loro rapporto con la sessualità. «Dai primi calci al pallone in parrocchia – scrive Prandelli nel presentare il volume – ho incontrato tante persone e mai mi sono posto il problema di come vivessero la loro sessualità. Anche l'omofobia è razzismo: dobbiamo impegnarci per una cultura dello sport che rispetti l'individuo. Magari presto qualche calciatore farà coming out». Una presa di posizione condivisa dal presidente della Fip Dino Meneghin, autore della postfazione del libro, e oggetto di molti elogi. «L'ultimo tabù, le nostre Olimpiadi – ha spiegato Giovanni Minerba, direttore del 27° Torino GLBT Film Festival – è stato il focus che abbiamo scelto per raccontare, attraverso le immagini, il delicato rapporto tra sport e omosessualità. Non potevamo non premiare Prandelli per aver sottolineato come l'omofobia sia un vero e proprio atto di razzismo». Prandelli ha ricevuto anche il plauso di Cecchi Paone («La sua è una normalità rivoluzionaria - ha spiegato l'autore del libro - perché in questo paese molti, da Moggi a Lippi fino ad Allegri, hanno negato il manifestarsi di un'altra sessualità nel calcio») e la proposta delle associazioni di categoria: «Vorremmo che Prandelli e la Nazionale diventassero testimonial delle campagne contro l'omofobia – ha affermato il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo – come molti altri protagonisti del mondo del calcio fanno nel resto d'Europa. In questo modo potremmo rompere un altro tabù».

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