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Lazio. Senza difesa

Il tecnico della Lazio Edoardo Reja

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Se non fossero tempi in cui è meglio evitare battute su certe cose, verrebbe da consigliare l'over agli scommettitori. Perché Lazio-Napoli, sabato, promette tanti gol. Per merito degli azzurri, 54 reti segnate finora, secondo attacco della A alle spalle del Milan. Ma soprattutto per colpa della squadra di Reja, capace di subire finora 37 gol in 30 partite, media di 1.23 a gara. Sintetizzando in due parole: un disastro. Che la situazione sia sconfortante lo si intuisce anche mettendo a confronto numeri e ambizioni dei biancocelesti. Nessuno, da quando la serie A è a 20 squadre, è mai arrivato terzo con una retroguardia così vulnerabile. Ignorando penalizzazioni o scudetti revocati, si va dall'Inter del 2006 che salì sull'ultimo gradino del podio subendo appena 30 gol (0.78 a partita) al Milan e al Napoli che, rispettivamente nel 2010 e nel 2011, hanno conquistato il «bronzo» con 39 reti incassate, media di 1.02. La stessa ottenuta dalla Lazio nella passata stagione. È uno dei misteri della formazione biancoceleste. Più o meno gli uomini sono rimasti gli stessi, fatta eccezione per Konko al posto di Lichtsteiner e per il cambio Stankevicius-Stendardo. Eppure il rendimento del reparto ha subìto una flessione che ha del sorprendente. Resa ancora più evidente dopo che a Parma è caduto l'ultimo alibi degli «innocentisti»: la presunta tenuta dei titolarissimi Konko-Biava-Dias-Radu. Che fino a sabato avevano giocato insieme 5 volte con un solo gol al passivo, ma al Tardini ne hanno presi due in 12 minuti. In più, entrambe le reti sono arrivate su palle inattive per banali errori di marcatura: la classica situazione in cui è difficile dare la colpa ai centrocampisti che non coprono. Possibili cause: per Pino Wilson, difensore e capitano della Lazio scudettata nel '74, «sono errori di distrazione gravi dovuti anche a un gruppo, Dias in primis, che non si sta ripetendo ai livelli abituali per via degli infortuni». Difficile dargli torto. Con la lesione muscolare rimediata dal brasiliano a Parma e il risentimento al ginocchio che pone Radu a rischio per la gara col Napoli, siamo già a quota 15 infortuni contando solo quelli che hanno colpito la difesa. In tutto fanno 52 partite saltate, con Konko che guida la poco onorevole classifica a quota 14. Solo sfortuna? Per niente. Perché della fragilità del francese c'erano ampie tracce nelle statistiche (quanta differenza con Lichtsteiner, 100 partite in tre campionati), mentre con una coppia di centrali abbondantemente ultratrentenne simili guai dovevano essere messi in conto. Che ci sia un problema medico in casa Lazio è ormai un dato appurato. Se ne è accorto lo stesso presidente Lotito, secondo il quale «quest'anno abbiamo avuto troppi infortuni dello stesso tipo e stiamo lavorando affinché questo non si ripeta in futuro». Peraltro, il quotidiano bollettino emesso dalla società parla chiaro: oltre a Radu, ieri si è rifermato Matuzalem (contrattura al polpaccio destro, sabato non ci sarà) mentre Klose si è recato a Monaco di Baviera per un nuovo controllo (ritorno forse a fine mese) e Stankevicius si è sottoposto a un'altra visita a Barcellona. Lulic ormai corricchia da una settimana, ma di rientro ancora non si parla. Per fortuna, se Atene piange Sparta non ride. Contro la Lazio il Napoli dovrà fare a meno di Zuniga e Gargano squalificati mentre sono da verificare le condizioni di Maggio, Dossena e Campagnaro, assenti nell'allenamento di ieri. Senza di loro, la sfida dei «Tre tenori» alla «banda del buco» fa un po' meno paura.

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