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Ok agli stage dell'Italia La Lega appoggia Lotito

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i.Interrompendo un silenzio durato quasi 24 ore, fatta eccezione per lo scarno commiato pubblicato domenica sul sito ufficiale, ieri la SS Lazio ha cominciato a tributare i giusti onori a Giorgio Chinaglia. Che, al di là delle controverse vicende chelo hanno riguardato una volta appesi gli scarpini al chiodo, resta l'immagine sportiva più rappresentativa del mondo biancoceleste. Lo scudetto vinto nel 1974, il dito alzato a mo' di sfida sotto la curva dei romanisti in un derby e tanto, tanto altro. Troppo per essere ignorato da una società che, anche grazie alla recente acquisizione delle teche Rai riguardanti la Lazio, vuole costruire sempre più un ponte tra il passato e il presente biancoceleste. E così il primo a citare il nome di «Long John» è stato Edy Reja, chiamato come ogni lunedì a commentare ai microfoni di Lazio Style Radio la prestazione della sua squadra. Ma ancor di più la scomparsa di una bandiera che l'oblio non potrà mai ammainare: «Io non l'ho conosciuto personalmente - ha raccontato il tecnico - ma lo ricordo chiaramente come tutti i tifosi laziali, un grande atleta della Lazio di Maestrelli. Mi ha colto di sorpresa, sono personaggi che sembra non debbano morire mai». «È un vuoto incolmabile, perché è stato un personaggio straordinario. Dal punto di vista della carica agonistica si è sempre contraddistinto, grande carisma e temperamento, un trascinatore. Noi dobbiamo prendere esempio da queste doti e questo modo di intendere il calcio». Qualche ora dopo, intorno alle 17.30, la bandiera della Lazio a Formello è stata messa a mezz'asta alla presenza di Rocchi e Mauri (capitano e vice), di un commosso Maurizio Manzini, del ds Igli Tare e del responsabile della comunicazione Stefano De Martino. Anche un modo per dare seguito all'appello che era arrivato in mattinata da Pino Wilson, capitano egrande amico di Chinaglia: «La Lazio deve fare qualcosa per Giorgio, per quello che ha dato alla società e a quella squadra che ha portato il primo scudetto a Roma». Non finisce qui: sabato allo stadio il campione scomparso sarà ricordato con altri omaggi. Di sicuro, come accaduto di recente per Bob Lovati, sarà trasmesso un video delle sue prodezze sui maxischermi dell'Olimpico. Un anticipo è stato già «postato» sul sito facebook della società: si vedono le giocate di Chinaglia, i suoi gol, si sente la sua voce e anche quelle degli indimenticabili Maestrelli e Lovati: «Un grande giocatore - dice il "Maestro" - che potrebbe dare ancora di più. A volte un po' bizzoso, come un cavallo di razza da domare». Il grande Bob, invece, ne esalta «la forza fisica e il senso del gol». Lo spettacolo, come è ovvio che sia, sarà però soprattutto sugli spalti. Grande riserbo da parte della tifoseria sulla coreografia che omaggerà Long John, di certo nelle radio romane ieri risuonavano gli appelli dei tifosi che chiedevano a tutta la squadra di entrare in campo, sabato, con una maglia con il 9 sulla schiena. Molti, invece, hanno ripreso la proposta fatta dal delegato alloSport del Campidoglio, Alessandro Cochi:quella di ritirare il numero del campione. Un'ipotesi che però dovrebbe vedere d'accordo Tommaso Rocchi, attuale «titolare» del 9. Intanto, i tifosi potranno tributare il primo omaggio a Chinaglia domani alla chiesa del Cristo Re a viale Mazzini, dove verrà celebrata una messa per Long John alle 19. Un orario scelto non casualmente. Secondo alcune indiscrezioni infatti i funerali in Florida dovrebbero tenersi domani alle 13 americane. Sarebbe un modo per celebrare le esequie in contemporanea a cavallo dei due mondi in cui Chinaglia ha espresso la sua grandezza calcistica.

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