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Troppi dubbi sul futuro Contro Siena serve la scossa

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Untempo in cui la squadra di Pesic ambiva al massimo. Sembrano giorni lontani e invece stiamo parlando di una manciata di anni fa. Oggi la Virtus è ai margini del basket italiano. C'è chi di lei si è dimenticato, chi la guarda con compassionevole tenerezza. Domenica prossima al Palazzetto arriverà Siena. Difficile capire come chi ancora ha fame di basket si approccerà alla sfida. Marco Calvani ha chiamato a raccolta gli appassionati chiedendo un autentico atto di fede. Sottolineando come, con l'annunciato addio di Toti, ci sia bisogno di un messaggio forte della gente a un eventuale acquirente. Già, il nodo è questo. Chi vuole oggi la Virtus Roma? L'impressione è che fuori dallo splendido palazzo in Prati dove ha sede la Lamaro dei fratelli Toti non ci sia la ressa dei candidati alla successione. E la cosa non può che accendere campanelli d'allarme per lo scenario futuro. La crisi economica e l'addio a Roma 2020 giustificano il disinteresse per il basket di vertice. Si rincorrono sogni americani, legati a James Pallotta, ma varrebbe la pena restare con i piedi per terra. Toti, che ha scelto la strada del silenzio, deve rompere la consegna. È lecito sapere se esista un prezzo per il club, se esista una sua volontà di fare marcia indietro, se esista qualcosa o qualcuno che vada oltre fumose cordate sul territorio, anche perché la città ha dimostrato di mal digerire consorzi. Con questa incertezza Roma si avvia alla sfida contro quella Siena così opulenta da prestarle in estate Mestranzi. Per fortuna che dalla stessa Mens Sana l'Acea, quando ancora pensava in grande, pescò anche Gigi Datome. Intorno a lui, se mai ci sarà un domani, chi governerà la Virtus dovrà provare a costruire il rilancio del basket romano.Fab. Fab.

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