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Messaggio rossonero sulla lotta scudetto

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Nonuna bella Juve, quella che non è riuscita a scardinare la barricata parmense, alla fine lo zero a zero è lo specchio di una gara senza ritmo e con modesti palpiti. Quella che non cambia mai è l'arroganza juventina, alla fine tutti intorno all'arbitro per protestare contro il mancato fischio per un contatto in area tra Pirlo e Santacroce, forse da punire anche se l'impatto tra i due non era clamoroso. Clamoroso lo era, invece, il fallo su Giovinco, strattonato e poi spinto a pochi metri da Buffon senza che Mazzoleni facesse una piega. Se lo stesso episodio di fosse verificato nell'area opposta, ci saremmo sorbiti sceneggiate televisive, come quelle che avevano fatto seguito al mani di Vergassola, mentre erano state spese sì e no quattro parole per i due calci di rigore negati al Cagliari nel pari di Torino. Forse, come auspica Andrea Agnelli, tornerà Moggi a rimettere ordine in questo calcio italiano del quale la Juve rimpiange di avere perso il controllo totale. Non indimenticabile, la sfida di Parma, ci ha provato in tutti i modi Vucinic, a rompere l'equilibrio, senza fortuna, fuori fase Matri e soprattutto Vidal, nel finale Conte ha mandato il campo anche Giaccherini e perfino Caceres, Borriello comincerà a pensare che, dovunque vada, la panchina è la sua naturale destinazione. L'unico gol della giornata ha regalato all'Atalanta tre punti che le mancavano da tempo, neanche stavolta il Genoa da trasferta è riuscito a salvarsi. Non ha sofferto la goleada, ma il sinistro di Marilungo è bastato per rompere l'equilibrio di una partita quasi inguardabile. Confortato dalla conferma nel ruolo di capolista, il Milan ha aperto la serie delle presenze italiane in Europa, stasera ci saranno per un meno nobile traguardo la Lazio e l'Udinese. E giocano, i campioni d'Italia, la partita perfetta, il glorioso Arsenal ridotto al ruolo di comparsa nel contesto di una recita sontuosa. Apre un'esecuzione da cineteca di Boateng, poi la bellissima doppietta di Robinho. E infine l'ovazione se la guadagna il fantastico Ibra: dopo avere ispirato i compagni, si guadagna il rigore che gli permette di iscrivere il suo nome nel tabellino, i quarti a un passo.

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