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Simone Pieretti Il capitano sorride, e si gode una vittoria preziosa.

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Unapartita storica, la Lazio non batteva i rossoneri in campionato dal febbraio del 1998, un successo griffato Mancini e Boksic. «Abbiamo meritato - afferma con assoluta certeza Tommaso Rocchi - abbiamo preparato al meglio questa sfida, chiudendo ogni spazio ai nostri avversari, cercando di bloccare tutte le loro iniziative. Abbiamo impostato la partita in maniera azzeccata, e sul campo abbiamo tradotto alla perfezione quanto avevamo preparato a Formello. Siamo stati compatti, ci siamo mossi da squadra. Del resto il Milan lo si può battere soltanto disputando una partita perfetta». Gli occhi dell'attaccante della Lazio brillano, é una notte da ricordare. «E' un grande risultato - ammette - sia per la classifica che per il morale. Abbiamo ribaltato il pronostico che alla vigilia ci dava quasi per spacciati. Ora dobbiamo continuare a lavorare con umiltà, pensando subito al prossimo impegno di campionato col Genoa. Sono felice per il gol, ma ancor più felice per il risultato: il cammino é ancora lungo, ma questa squadra, per quello che ha dimostrato, vale il terzo posto. Possiamo andare in Champions League, io ci credo». Quinto gol in campionato, la nona marcatura in diciannove partite: Rocchi é tornato a essere un protagonista principale di questa Lazio. «Klose é importantissimo per noi - ammette Rocchi - é un giocatore fondamentale per l'economia della squadra. Candreva? Ha delle doti importanti. Cerchermo di fargli cambiare squadra...». Dalla gioia di Rocchi, a quella di Hernanes: il brasiliano ha sbloccato la partita con una zampata velenosa che ha preso in controtempo Abbiati. «Fin qui avevamo giocato sempre bene con le grandi, ma non eravamo mai riusciti a vincere. Mancava un successo di questo tipo, soprattutto per il morale e l'autostima del gruppo. Personalmente sto crescendo, ma con me sta crescendo tutta la squadra». Il brasiliano si allontana, ha una caviglia gonfia, oggi svolgerà gli esami strumentali. Nell'euforia generale spunta anche Rozzi, ultimo prodotto del vivaio biancoceleste. Per lui una manciata di minuti sul prato dell'Olimpico in una notte indimenticabile. «Quando Lopez mi ha chiamato per farmi entrare il cuore andava a mille - confida - mi tremavano le gambe. E' stato un esordio indimenticabile, spero di poter essere utile alla squadra». Nesta lascia sconfitto l'Olimpico: é una delle poche volte. È il suo stadio, quello dei trionfi della Lazio di Cragnotti. Ma stavolta ha poco da festeggiare: l'analisi é dura. «Se vogliamo fare un campionato importante ci dobbiamo dare una smossa - afferma - noi abbiamo giocato male, la Lazio ha sffruttato una delle poche occasioni, ma prima del gol anche loro avevano fatto poco per vincere. Dobbiamo ripartire in fretta».

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