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Buoni propositi, rivendicazione delle proprie idee, formazione blindata e risposte piccate.

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Primadi dare un'altra prova di insofferenza verso la stampa, Luis Enrique ha assicurato che l'obiettivo della Roma «è andare a Napoli per fare un risultato importante. Per vincere la partita però non dovremo commettere errori e giocare con grande intensità - spiega il tecnico - loro hanno un tridente offensivo di primissimo piano e aspetteranno i nostri errori per poi sfruttare le ripartenze. Dobbiamo cercare di dominare sia la fase difensiva che quella offensiva». Chissà se stasera Luis Enrique darà seguito alla Roma italianizzata vista all'opera nell'ultima uscita con la Juventus. Guai a dirglielo, però: «Il sistema di gioco cambia continuamente, se così non fosse sarebbe ridicolo. E a me piace andare avanti con i giocatori con mentalità offensiva, che però possono sia difendere sia attaccare: contate quanti ne metto in formazione. Non mi sono "italianizzato", è ancora presto». Esagerata, poi, la reazione alla domanda che scatenerà il diverbio post-conferenza: «Che voto si darebbe?». «E che siamo a scuola? Datemelo voi giornalisti - replica Luis Enrique - faccio il mio lavoro con serietà, rispetto sempre tutti, quindi penso di meritare lo stesso trattamento». Almeno su Totti le parole dello spagnolo suonano come musica rilassante:«Ho parlato con Francesco e in settimana ho visto la migliore versione del capitano negli allenamenti, felice come sempre. Mi aspetto tantissimo da lui perché ha la possibilità di battere altri record. Ancora non ha segnato? Lo farà sicuramente, lo ha sempre fatto, perché non dovrebbe riuscirci quest'anno? Non sono preoccupato. E se c'è un rigore e sta in campo tocca ancora a lui». Certezze, come la panchina di Borriello che si prende l'ennesima punzecchiata dall'allenatore. « L'ho visto davvero bene, sono sorpreso. Sarà che sta arrivando il Natale e sono tutti contenti...». Dopo la Befana, mercato permettendo, lo sarà ancora di più.

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