Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

amici e il presidente del Coni Petrucci in rappresentanza dello sport Simoncelli è a casa Coriano lo abbraccia

default_image

  • a
  • a
  • a

«Gli avevo insegnato ad essere un guerriero... non so ho fatto bene o male». Le parole di Paolo Simoncelli spaccano a metà il silenzio assordante piombato su Coriano dopo l'arrivo della salma di Marco. Il paesino di diecimila anime ha accolto con un abbraccio ideale (ma non solo) il ritorno a casa del «Sic». A casa, dalla mamma, tra la sua gente, i suoi amici che hanno aspettato l'arrivo all'aeroporto di Fiumicino all'alba dopo tredici ore di volo dalla capitale malese Kuala Lumpur. Su quel volo c'era papà Paolo, quasi sereno, rassegnato a un dolore che lo ha trafitto e che probabilmente tornerà a galla molto presto quando l'emozione del rientro, del funerale e tutto il resto lasceranno spazio a un vuoto infinito.«Marco era così, sincero, magari con qualche parolaccia - ha detto ai cronisti - stava tornando quello che aveva vinto il mondiale. Dicono che Dio chiama a se i migliori, speriamo che sia così. Gli volevo bene, lui me ne voleva. Peccato, peccato...». Volto sfigurato dal dolore anche per la fidanzata di marco:Kate. «Dimenticare non si può, posso solo conviverci con questo dolore». Qualche metro più in là, anche lui passeggero di quel volo di tristezza, c'è Valentino Rossi: il mito raggiunto divenuto l'amico inseparabile, il compagno di allenamento, di vita perché questi ragazzi passano la loro vita in giro per il mondo. «A Marco mi legano tantissimi ricordi- spiega Valentino a Fiumicino - stavamo insieme quasi tutti i giorni. Ci allenavamo insieme in palestra e andavamo sempre a girare con tutto ciò che era a motore, questi sono i ricordi più belli che ho. Sono cose che vorresti non succedessero mai, invece ogni tanto capita. Noi piloti purtroppo sappiamo che può succedere una cosa così». Spazza via poi in prima persona i dubbi sul suo futuro sportivo: non smetterà di correre. «Non lo so chi lo abbia detto, sicuramente non sono stato io. Forse è una notizia che fa vendere qualche giornale in più». A Fiumicino la folla tocca la bara, saluta il campione tornato a casa: tutti lo amavano. Ad attenderlo anche il presidente del Coni Petrucci («un ragazzo sempre sereno e disponibile») con Pagnozzi in rappresentanza dello sport italiano. Quindi il corteo ha preso la strada di casa: Coriano, dove è arrivato nel primo pomeriggio. Ad aspettarlo c'era la mamma Rossella. «Noi lo abbiamo accompagnato solo in quello che gli piaceva fare - racconta - la vita, se non facciamo quello che ci piace, diventa un rimpianto e lui sicuramente di rimpianti non ne avrà. Ci ha lasciato un bel ricordo e un bel messaggio e noi siamo fieri che sia stato così. La vita deve andare avanti, Marco ci sarà sempre». Oggi nel Teatro Comunale la camera ardente per l'ultimo saluto dove la salma verrà benedetta, domani i funerali. Non ci saranno fiori all'interno della chiesa di Coriano (a parte quelli appoggiati sul feretro). La bara verrà sistemata tra due moto: una portata da Valentino Rossi, l'altra da Matteo Pasini. Gli ultimi particolari sulle esequie sono stati definiti ieri pomeriggio in un incontro tra il parroco di Santa Maria Assunta, don Egidio Brigliadori, e la famiglia del pilota. La chiesa può contenere al massimo 500 persone; chi resterà fuori potrà seguire la funzione in diretta su Rai Sport e Italia 1 o sui maxischermi all'esterno.

Dai blog