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De Rossi, derby della vita

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Il derby della vita. Potrebbe essere l'ultimo per Daniele De Rossi che ad oggi non ha ancora rinnovato il contratto con la Roma. Probabilmente cosìnon sarà viste le continue esternazioni di «Capitan futuro» che ha più volte giurato amore eterno a questa maglia, ma le dichiarazioni piovute da Pescara dopo il successo in azzurro con la nazionale di Prandelli, ha gettato nel panico la tifoseria giallorossa. Quel «se non rinnovo la Roma risparmierà molti soldi con i quali comprerà giocatori anche più forti di me», è suonato come un campanello d'allarme, per qualcuno addirittura una voglia di smarcarsi. Difficile comprimere il discorso De Rossi all'interno di una mera trattativa per il rinnovo di un contratto tra un giocatore e una società di calcio. Daniele per la Roma è qualcosa di più, è l'uomo sul quale puntare per il futuro: staffetta ideale con capitan Totti. Impensabile per la nuova Roma targata DiBenedetto, presentarsi alla tifoseria giallorossa, e al mercato, con questo progetto in via di sviluppo, senza la presenza di De Rossi. Quindi la società farà di tutto per «accontentare» il giocatore e trovare l'accordo prima della fine dell'anno: scadenza naturale dell'accordo in essere. Ma anche il giocatore deve fare la sua parte. Il concetto è chiaro: se Daniele vuole davvero legare la sua vita professionale a Roma, alla sua città, alla squadra che lo ha reso un punto inamovibile del poliedrico pianeta giallorosso e adesso anche della nazionale di Prandelli, dovrà fare un passo verso l'accordo. Dovrà probabilmente rinunciare a qualcosa perché i nove milioni che gli ha offerto il Manchester City (tanto per fare un esempio: offerta che comunque nessuno è mai andato a «vedere»), non sono una cifra alla quale il club giallorosso può arrivare. Se invece De Rossi, da professionista e top player qual è, punta a fare il «colpo della vita», questa Roma non può accontentarlo e il giocatore dovrà prendersi la responsabilità della sua scelta: più che legittima. La soluzione?Proverà a trovarla Franco Baldini al suo arrivo a Roma previsto per martedì. Il neo dg sa benissimo come la questione DeRossi dovrà essere in cima alla lunga lista di impegni che lo aspettano una volta sbarcato nella capitale Molto, nella decisione che il giocatore dovrà prendere, è legato al nuovo progetto di Luis Enrique. Con il tecnico asturiano De Rossi ha un grande feeling ritrovando la posizione ideale sul campo e tornando ad essere quel giocatore determinante che aveva fatto impazzire il mondo qualche anno addietro. Non è un caso se Prandelli proprio su di lui ha fondato il centrocampo dell'Italia. «Giocare in nazionale, è un privilegio - ha detto il giallorosso sulla maglia azzurra - certo a volte un pizzico d'invidia per quei colleghi di club che si riposano per due o tre giorni c'è, però la nazionale è un onore». Ma i temi del giorno erano e restano il suo rinnovo contrattuale e il derby ormai alle porte. «Questa partita la sento, e ci tengo molto. Sono fortunato perché gli ultimi li ho sempre vinti. A 21-22 anni il derby lo vivevo male e non facevo buone partite, ora la tendenza è cambiata e ho grande tranquillità». Anche se dalla sua stavolta non avrà Totti: assenza pesantissima così come quella di Klose per la Lazio (tutta da verificare). «Klose è un attaccante che stimo molto, ma la storia dice che se una squadra come la Roma perde Totti è una brutta batosta. Il contratto? Penso che sia più importante il futuro della Roma che il mio. A prescindere dal mio contratto il club giallorosso sta creando qualcosa di importante. Il mio rinnovo non deve essere un assillo». Sarà...

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